L’allarme per la ripresa del contagio in provincia di Brescia spinge la regione Lombardia a una nuova stretta: la zona arancione «rafforzata» che prevede «anche la chiusura scuole elementari, dell’infanzia, nido». Dalle 18 scatteranno tutti gli altri divieti previsti dalla zona arancione come quello «di spostarsi nelle seconde case»: lo ha detto l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti che ha parlato di «un’accelerazione» del contagio con «l’aggravante del pericolo delle varianti che mostrano una percentuale che arriva fino al 39% dei nuovi casi». Il provvedimento riguarda anche alcuni comuni della bergamasca (Viadanica, Predore San Martino, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Caleppio, Credaro e Gandosso) e Soncino in provincia di Cremona.
L’ordinanza che sarà firmata dal governatore Attilio Fontana prevede «oltre alle normali misure di zona arancione anche la chiusura scuole elementari, infanzia e nidi, divieto di recarsi presso le seconde case, l’utilizzo obbligatorio di smart working ove possibile; l’utilizzo delle mascherine chirurgiche sui mezzi di trasporto; la sospensione delle attività universitarie in presenza», chiarisce l’assessore al Welfare Letizia Moratti.
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Con più di 700 contagi al giorno nelle ultime 72 ore, Brescia è diventata un caso nazionale. Complice la diffusione della variante inglese, la situazione è diventata complessa in tutti gli ospedali della provincia: sono quasi 800 i ricoverati Covid, con numeri in crescita dappertutto, dal Garda alla Franciacorta. Quasi trecento i pazienti agli Spedali Civili di Brescia, che funziona anche da hub per la Terapia intensiva Covid.
«I dati mostrano che a Brescia è evidente una terza ondata: è il punto che va aggredito e su cui bisogna intervenire immediatamente» ha spiegato in consiglio regionale il consulente alla vaccinazione in Lombardia Guido Bertolaso. «La provincia di Brescia ha un’incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto delle province lombarde. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all’autunno passato, in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Uno stato che va aggredito immediatamente» ha aggiunto Guido Bertolaso.
Una situazione che porterà anche a una rimodulazione del piano vaccinale. «Per quanto riguarda la provincia di Brescia, saranno prioritariamente vaccinati gli abitanti dei 103 comuni con una incidenza del contagio superiore a uno ogni 250 abitanti» fanno sapere dalla regione. In pratica, ha spiegato Moratti, si comincerà a vaccinare nei Comuni dove ci sono i focolai, per evitare di riempire gli ospedali. «La Regione Lombardia attuerà una rimodulazione della strategia vaccinale come strumento prioritario di contenimento del contagio – l’assessore regionale al Welfare – verranno concentrati, nei limiti del possibile e delle linee guida del ministero, le attività di vaccinazione. In particolare partendo dai comuni al confine tra la provincia di Brescia e di Bergamo con presenza importante di focolaio di contagio legato alle varianti e situazione di tensione legata alla saturazione delle Terapie Intensive locali». Il cambio in corsa nella geografia della somministrazione non andrà a interferire sulla campagna già avviata che coinvolge la popolazione anziana. «Attiviamo una nuova strategia di rimodulazione del programma di vaccinazioni mantenendo le vaccinazioni per gli over 80 e quelle per le categorie in fase 1 bis, concentrandoci, nel limite delle indicazioni formulate dal Ministero, prevalentemente verso quelle fasce, quei comuni, quelle province e distretti che sono più critici».