La Sardegna è la prima regione a passare in zona bianca da lunedì 1 marzo. Lo ha stabilito il ministro della salute Roberto Speranza all’interno del provvedimento che ha fissato i colori per tutte le altre zone d’Italia. I positivi dati epidemiologici consentiranno di ridurre ai minimi termini per gli abitanti dell’isola le misure di contenimento: in pratica rimangono in vigore solo l’obbligo della mascherina, il di distanziamento sociale e l’obbligo di sanificazione. Sono ancora in corso trattative per graduare il passaggio ed evitare un «liberi tutti», cominciando con la riapertura serale di bar e ristoranti e, a seguire, di tutte le altre attività.
L’isola da tre settimane registra meno di 50 casi ogni 100mila abitanti e rientra perciò nei parametri per la zona bianca, dove vige la libertà di spostamento e l’apertura di tutte le attività: piscine, palestre, musei, luoghi di cultura, cinema e teatri. L’ingresso in zona bianca consente, stando a quanto stabilito dal Dpcm del 15 gennaio, inoltre di tenere aperti anche nelle ore serali bar e ristoranti.
La Sardegna, dunque, va in controtendenza rispetto al resto d’Italia dove l’impennata dei contagi ha costretto a un inasprimento delle misure e numerosi ingressi in fascia arancione o rossa. Nell’Isola si registra un Rt da 0.68, il più basso in Italia, con 29,47 casi per 100.000. La previsione è quello di uno scenario di tipo 1 con rischio basso, anche se non smette però di preoccupare la diffusione della cosiddetta variante inglese: tre comuni del sassarese – Bono, San Teodoro e La Maddalena – sono finiti in zona rossa. Ma la pressione sulla rete ospedaliera resta in questo momento bassa: secondo gli indicatori di Agenas (l’agenzia dei servizi del ministero della salute) solo l’11% dei letti in terapia intensiva è occupato contro una media nazionale del 24 e una soglia di allarme del 30.
L’intera ripartenza di tutte le attività ed eventuali misure di controllo e precauzione dovranno ora essere disciplinate da un’ulteriore ordinanza del governatore Christian Solinas. Sul punto è in corso anche una seduta di un tavolo tecnico con il ministero per definire con precisione come e cosa riaprire. Per questo motivo la riapertura completa potrebbe slittare ancora di qualche giorno.