A pochi giorni dall’entrata in vigore del primo Dpcm del governo Draghi, con la curva dei contagi coronavirus che sale sulla spinta dell’accelerazione della variante inglese, l’aumento del carico sulle terapie intensive e il superamento drammatico della soglia delle 100mila vittime per Covid, non viene esclusa una nuova stretta.
Il parere del Cts dovrebbe arrivare oggi stesso. Fotograferà la diffusione del virus e cercherà di rispondere a una domanda: servono nuove misure? Sì, se il contagio nazionale dovesse superare una soglia critica, che potrebbe essere indicata attorno ai trentamila casi giornalieri. Appena ricevuto il responso, l’esecutivo farà il punto su eventuali nuovi interventi. Si pensa un rafforzamento delle misure di contenimento su scala nazionale, che da una parte consenta di intervenire con «il massimo rigore» nel caso le varianti dovessero far salire in maniera esponenziale i contagi; dall’altra permetta di accelerare nella campagna di vaccinazione.
La filosofia del Dpcm in vigore fino al 6 aprile affida ai presidenti delle Regioni e ai sindaci la responsabilità di adottare misure più restrittive. Ma ora, visto che il virus non accenna a rallentare la corsa, sì impone la necessità di uniformare le regole e valutare il rafforzamento della fascia gialla nazionale. Una nuova stretta che potrebbe partire già nel fine settimana. Pesano le parole che nell’ultima riunione il Comitato tecnico scientifico ha fatto mettere a verbale: la «grande preoccupazione» per l’evoluzione della pandemia che richiede «l’innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale» e la «riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità». E pesa la considerazione del ministro della Salute Speranza, il quale ha posto l’accento sul fatto che «le prossime ore non saranno facili».
Tra Palazzo Chigi e il ministero della Salute la preoccupazione è sempre più alta per i 20.765 nuovi contagi, i 207 morti, il tasso di positività che sale al 7,6% e le terapie intensive che si vanno riempiendo. Oltre all’indice di positività bisogna tenere d’occhio la progressività con cui il virus si muove e bisogna decidere quali possano essere le nuove misure da applicare, visto che il Covid-19 e la variante inglese, che risulta predominante, colpiscono in modo molto diverso da un territorio all’altro.
L’idea è che il divieto di circolazione, ora fissato dalle 22 alle 5, possa essere anticipato di due o tre ore. La subordinata è il lockdown solo nei fine settimana, per impedire quel che resta della movida. L’altra possibilità su cui si lavora è la serrata dei negozi almeno dove sono chiuse le scuole. Questo per evitare che i ragazzi facciano le lezioni scolastiche da casa al mattino e al pomeriggio si ritrovino assembrati nei centri commerciali .Potrebbe anche essere rispolverato il “modello Natale”, ovvero fascia rossa per tutti nei giorni festivi e arancione in quelli feriali. Sembra lontana l’ipotesi di un lockdown generalizzato, ma resta da discutere con gli scienziati del Cts se il parametro dei 250 casi su 100.000 persone, già applicato per le scuole, sia quello giusto per far scattare in automatico la zona rossa: le Regioni sono molto critiche, perché disincentiva a fare i tamponi.