A un anno esatto dal primo lockdown, l’Italia rischia di dover richiudere. E il primo Dpcm di Mario Draghi rischia di dover essere cambiato pochi giorni dopo la sua entrata in vigore. Il Comitato tecnico scientifico chiede la stretta: imporre chiusure nel fine settimana come avvenuto durante le vacanze di Natale e limitare al massimo gli spostamenti delle persone. Perché la zona gialla non basta in questo momento a tenere sotto controllo l’epidemia. Fra le indicazioni che il Cts ha trasmesso al governo per modificare il Dpcm in vigore, anche quella di potenziare la campagna vaccinale.
LEGGI ANCHE: L’Italia verso la «zona rossa rafforzata»
Nel verbale trasmesso al governo gli esperti ribadiscono la necessità di riportare l’Rt sotto l’1 in tutta Italia e dunque ritiene indispensabile «l’innalzamento delle misure previste per ogni fascia di rischio», compresa quella gialla. La zona gialla verrà rafforzata da nuove regole mirate soprattutto a ridurre i contatti tra le persone. Le zone rosse invece seguirannO misure ancora più stringenti con confinamenti, chiusure durante i fine settimana, così come è successo durante le vacanze natalizie. Uno dei principali obiettivi è quello di ridurre il tasso di incidenza: il numero di casi di Covid 19 su 100mila abitanti. Solo così si potrà riconquistare la capacità di tracciamento di contagi e contatti stretti ormai da tempo perduta.
Le restrizioni non potranno essere l’unico strumento per uscire dalla terza ondata di contagi. Il Cts ha invitato il governo Draghi a estendere le vaccinazioni «a più soggetti possibili e nel più breve tempo possibile». Arginare la diffusione dei contagi con l’immunizzazione dei cittadini è secondo gli esperti la strategia da dover adottare in parallelo alle misure anti Covid.