Trentadue miliardi. A tanto ammontano i fondi stanziati in deficit nel decreto legge contenente le «Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid 19», il cosiddetto decreto Sostegno. Di questi, circa 11 miliardi destinati alle imprese e ai professionisti maggiormente danneggiati dalle chiusure predisposte negli ultimi tre mesi. Quasi 5 miliardi andranno invece al piano vaccini.
Il testo del nuovo decreto prevede una suddivisione delle misure messe in atto in base a cinque aree di intervento: sostegno alle imprese e all’economia, disposizioni in materia di lavoro, misure in materia di salute e sicurezza, aiuti agli Enti territoriali e altre disposizioni “urgenti”, dal trasporto pubblico locale alle attività didattiche. Il provvedimento prevede anche la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5 mila euro relative al periodo 2000-2010 (prima si prevedeva un orizzonte temporale di 15 anni, dal 2000 al 2015), rottamazione di avvisi bonari e altre misure. Lo stralcio abbatte parte della giacenza di atti «in attesa» del magazzino delle Entrate, ma è riservato solo ai redditi inferiori ai 30 mila euro.
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Per gli aiuti alle imprese sono previste cinque fasce di ricavi con percentuali differenziate di «sostegno» economico: dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi. Lo stanziamento è di circa 11 miliardi a fondo perduto per le aziende fino a 10 milioni di fatturato (prima il tetto era di 5 milioni) che hanno subito perdite per oltre il 30% nel 2020. L’indennizzo (che non può superare i 150 mila euro) questa volta verrà parametrato sulla media della perdita mensile registrata nel raffronto tra 2020 e 2019, moltiplicata per due. La ripartizione sarà fatta in base a 5 fasce decrescenti all’aumentare del fatturato: un indennizzo del 60% per le imprese con fatturato fino a 100 mila euro, del 50% per quelle tra 100 mila e 400 mila euro, del 40% tra 400 mila e 1 milione, del 30% tra 1 e 5 milioni e, infine, del 20% per quelle con fatturato tra i 5 e i 10 milioni di euro. La novità assoluta riguarda il criterio con cui questi aiuti sono stanziati: non più sulla base dei codici Ateco. Di fatto, chi aveva già ottenuto i ristori 1, 2 e 3 (per esempio chi ha un bar o un ristorante), ora avrà un’indennità extra. Chi, invece, era stato finora escluso (per esempio il fornitore di un bar), avrà finalmente il “sostegno”.
Il decreto Sostegni prevede anche gli aiuti alle partite Iva. Gli autonomi iscritti agli Ordini professionali entrano per la prima volta nel sistema generale di aiuti. Una platea che secondo le stime del governo coinvolgerà circa 800 mila professionisti, iscritti alle gestioni separate delle diverse Casse previdenziali. Il bonus partite Iva, dovrebbe arrivare nel mese di aprile, come ha promesso Draghi, assieme a una nuova piattaforma telematica per chiedere i sostegni, e consisterebbe in un indennizzo una tantum fino a 3 mensilità per 3.000 euro complessivi. Prevista anche un’indennità una tantum per i lavoratori stagionali e dello spettacolo (senza partita Iva) di 2.400 euro.
Il blocco dei licenziamenti individuali e collettivi viene prorogato fino a tutto giugno. Fino alla fine di ottobre è previsto un ulteriore divieto ai licenziamenti per le aziende che usufruiscono del trattamento della cassa integrazione Covid. Il decreto proroga la cassa integrazione, già utilizzata nel 2020, anche per il 2021. Nella causale per la richiesta si potrà indicare ancora fino alla fine dell’anno la causale “Covid-19”. La possibilità di rinnovo o proroga dei contratti a tempo determinato senza la necessità di indicare la causale, per un periodo massimo di dodici mesi e per una sola volta, viene estesa dal 31 marzo al 31 dicembre 2021, mantenendo ferma la durata massima complessiva di 24 mesi.
Per evitare il fallimento degli impianti sciistici e delle aziende del settore (dai maestri di sci all’indotto) il decreto prevede un fondo montagna (si parla di 700 milioni di euro) riservato ai titolari di strutture di montagna, impianti da sci e attività turistiche, ovvero quelle attività che si sono completamente fermate durante tutta la stagione invernale.
Allo scopo di rafforzare la platea dei vaccinatori, la bozza del decreto apre alla possibilità di vaccinarsi anche in farmacia. La somministrazione, sperimentale per il 2021, avverrà con farmacisti appositamente formati. Il decreto destina complessivamente a vaccini e cure anti-Covid oltre 4,5 miliardi: 2,1 miliardi per l’acquisto di dosi, 700 milioni per i farmaci, 1,4 miliardi per i compiti del Commissario (stoccaggio, logistica, campagne di informazione), 345 milioni per il coinvolgere più medici possibile, 50 milioni come remunerazione aggiuntiva delle farmacie.
Il decreto prevede uno stanziamento pari a 2,5 miliardi dedicato agli enti locali. Di questi, 1 miliardo andranno alle Regioni, 800 milioni per sostenere il trasporto pubblico locale, 250 milioni per le regioni a statuto speciale, 100 milioni per le province autonome e le città metropolitane, 250 milioni come indennizzo ai Comuni che hanno perso la tassa di soggiorno.