Dopo Pasqua l’Italia rischia di rimanere arancione e rossa. I ministri del centrodestra premono, ma la possibilità di allentare i divieti dal 7 aprile si allontana. Troppo alto il numero dei contagi, così come quello delle vittime e soprattutto delle persone in terapia intensiva. La decisione sarà presa nei prossimi giorni, con un congruo anticipo sulla data di scadenza del 6 aprile dei provvedimenti in vigore (il Dpcm del 2 marzo e il decreto legge del 13 marzo). Anche se gli scienziati sono contrari al ritorno delle regioni in zona gialla.
L’unica riapertura riguarda le scuole, per il resto sembra difficile che almeno fino al 15 aprile possa esserci un allentamento, soprattutto perché la riapertura di bar e ristoranti rischia di far risalire la curva epidemiologica. Slitterà la riapertura di cinema e teatri inizialmente prevista dall’attuale Dpcm a partire dal 27 marzo solo nelle zone gialle. Dovrebbero essere confermato invece il coprifuoco alle 22 e la chiusura di bar e ristoranti alle 18 (con l’eccezione delle zone bianche).
Potrebbe essere allungato almeno di una settima il blocco degli spostamenti tra le regioni (vietati ormai da prima di Natale). Il decreto del 23 febbraio che li vieta (salvo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o di salute) scade il 27 marzo. Ma lo stop resterà in vigore di fatto, senza la necessità di una proroga, perché fino al 6 aprile sono abolite le zone gialle. E dopo che la Sardegna ha perso la fascia bianca, tutte le regioni sono arancioni o rosse, colori che impediscono comunque gli spostamenti in uscita dal comune di residenza.
Il nuovo decreto dovrebbe confermare il sistema dei colori. Mentre le voci sulla possibile riapertura di materne e scuole elementari sembrano concretizzarsi, la trattativa sulla zona gialla è ancora aperta. I fronti a riguardo sarebbe due: l’ala rigorista del governo, capitanata fra tutti dal ministro della Salute Roberto Speranza, insieme a Pd e Cinquestelle, sosterrebbe lo stop alla zona gialla almeno fino al 1° di maggio. Dunque per le prossime settimane la base di partenza per le fasce di rischio dovrebbe essere quella di un arancione nazionale. Lega e Forza Italia invece sarebbero più propensi a reintrodurre la zona minima di rischio il più presto possibile, con conseguente riapertura di bar e ristoranti.