Simona Malpezzi è la nuova capogruppo del Partito democratico al Senato. Ex renziana, un passato in prima linea per la difesa della riforma della Buona scuola, ora sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, è stata eletta all’unanimità come nuova guida dei dem a Palazzo Madama. Nessuna sorpresa al momento del voto: a indicarla è stato il predecessore Andrea Marcucci. Il cambio del capogruppo a Palazzo Madama è arrivato dopo che il neo segretario Enrico Letta ha chiesto un rinnovamento, definendo «irricevibile» un partito con i vertici tutti al maschile.
Malpezzi fa parte della corrente Base riformista che fa riferimento a Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Ex fedelissima di Matteo Renzi, è stata sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento nel governo Conte 2 e poi riconfermata con l’arrivo di Draghi: ora dovrà lasciare il posto al governo. Dopo l’elezione, ha esordito dicendo di non voler «essere solo la presidente di tutti, ma una presidente che intende dare forma e sostanza ad una leadership femminile». E ha continuato: «Nessuna neutralità, perché è proprio con le parole, il sapere e la capacità di cura di una donna che interpreterò questo ruolo. Senza lasciare nessuna indietro. In questo anno e mezzo ci sono stati snodi politici e personali che mi hanno reso chiara la fatica di essere donna in un posto apicale, la fatica nell’affermare l’autorevolezza e la forza del ruolo. Tutte cose che un uomo non deve fare, perché per un uomo è scontato».
Per Simona Malpezzi la politica è stata a lungo soprattutto l’impegno nel mondo della scuola, in Italia e all’estero. Laureata in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano, ha insegnato in istituti superiori di Gorgonzola e Cernusco sul Naviglio: qui si è dedicata a temi come la lotta alla dispersione scolastica, l’alternanza scuola lavoro e l’orientamento. Poi si trasferisce in Germania dove ha insegnato lingua e cultura italiana presso la Volkshochschule di Aschaffenburg in Baviera.
Il momento della svolta è il 2009. È l’anno in cui Malpezzi rientra in Italia e l’impegno nel mondo scolastico si trasforma in impegno politico. Aderisce infatti al Pd, con il quale due anni dopo è consigliere del comune di Pioltello e nel 2013 subito deputata, carica con la quale continuerà a occuparsi di infanzia e adolescenza, oltre che di sicurezza e degrado delle città. Alla legislatura successiva, nel 2018, passerà al Senato dove sarà scelta come vice capogruppo del Pd. Prima dell’elezione Malpezzi risulterà nell’elenco dei parlamentari del Pd morosi nei confronti del partito (ognuno deve versare infatti 1.500 euro mensili), essendo in arretrato di 43 mila euro. Saldato il conto, Malpezzi entrerà appunto a Palazzo Madama. All’epoca della leadership renziana, Malpezzi venne messa a guida del dipartimento Scuola del Partito democratico: erano gli anni della contestatissima riforma della Buona scuola, che la senatrice ha difeso fino alla fine.