Mentre proseguono i lavori di stesura del nuovo decreto per fronteggiare l’emergenza coronavirus, il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa fa il punto per chiarire parte delle nuove misure che entreranno in vigore a partire dal 7 aprile, dopo le festività pasquali. A partire dalla riapertura delle scuole materne ed elementari anche in zona rossa. «Il ministro Bianchi— ha spiegato — sta lavorando affinché la riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test. Parlare di azione estensiva e globale è un’esagerazione». Draghi ha spiegato che l’allentamento è possibile per alcuni segnali incoraggianti arrivati dalla cabina di regia, che ha mostrato un calo del tasso di contagio, e per le evidenze scientifiche che mostrano come la scuola primaria non sia una fonte di contagio.
Le prime domande arrivate dai giornalisti erano però state sulle misure a livello europeo per evitare la penuria di vaccini, anche con misure nei confronti delle aziende produttrici. Draghi ha spiegato che il blocco dell’export è stato posto dall’Italia nel corso del Consiglio europeo e che «ora è all’attenzione di tutti». «Siamo stati gli unici a bloccare l’export dei vaccini — ha sottolineato —. Ora la Commissione Ue allarga la rete e i criteri entro cui possono cadere le società che esportano». In pratica vengono introdotti i concetti di «proporzionalità e reciprocità»: «Conta anche cosa fa il Paese verso cui un vaccino è diretto — ha spiegato il premier —, ovvero se consente o meno le esportazioni. La proporzionalità e un criterio più sottile, riguarda la spedizione di vaccini verso un Paese che ha una percentuale già alta di vaccinati».
E quanto al mancato rispetto degli impegni da parte di AstraZenica sul numero di dosi fornite ai Paesi Ue, Draghi ha spiegato che più che quella di un’azione legale la strada da percorrere è quella di un accordo. Il capo del governo frena, invece, sul vaccino russo Sputnik: «Starei attento a fare contratti — ha spiegato — perché ieri la presidente della Commissione europea ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla stessa commissione, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. È un vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno».
La novità riguardo alla campagna vaccinale italiana arriva a proposito delle vaccinazioni degli operatori sanitari. «Non va assolutamente bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con i malati – dichiara Draghi -. La ministra Cartabia sta preparando un provvedimento a riguardo». «Questa norma è al nostro vaglio – ha integrato il ministro della Salute Roberto Speranza, anch’egli presente alla conferenza stampa – Ma voglio ribadire che l’adesione è stata straordinaria, stiamo intervenendo soltanto per un piccolo pezzetto».