Valle d’Aosta, Toscana e Calabria passano da zona arancione a zona rossa. Il Lazio invece passerà dalla zona rossa alla zona arancione, ma solo martedì, giorno di scadenza dell’ordinanza attualmente in vigore. Tutte le altre regioni manterranno il colore della settimana precedente: nessuna sarà in zona gialla. Il 3, 4 e 5 aprile 2021, su tutto il territorio nazionale, si applicheranno le restrizioni previste per le zone rosse.
Valle d’Aosta, Toscana e Calabria vanno ad aggiungersi a Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Campania a cui vengono applicate le restrizioni delle zone ad alto rischio fino al 13 aprile (con l’eccezione della Campania che potrebbe tornare arancione il 7 aprile). Mentre il Lazio dopo due settimane in lockdown entrerà in fascia arancione da martedì 30 marzo. La provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, e Sicilia restano in arancione.
Le restrizioni valgono fino al 6 aprile, ma nei giorni delle festività di Pasqua – cioè sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 aprile – tutte le regioni saranno considerate in zona rossa. La zona rossa dei giorni di Pasqua prevederà però la possibilità di fare uno spostamento al giorno (a determinate condizioni) verso altre abitazioni private, senza uscire dalla propria regione. Tra le 5 e le 22, potranno spostarsi al massimo due persone che potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.
Dopo Pasqua, probabilmente dal 7 aprile, quando entrerà in vigore un nuovo Dpcm si continuerà con la classificazione dell’Italia in zona rossa e arancione (gialla sospesa). Ma nelle regioni in zona rossa le scuole riapriranno per le lezioni in presenza fino alla prima media. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Mario Draghi, spiegando che le restrizioni adottate a marzo hanno rallentato i contagi da coronavirus, consentendo uno spazio di manovra per le riaperture che il governo ha deciso di utilizzare per le scuole. Ha aggiunto che secondo gli studi consultati dal governo la scuola di per sé è causa limitata di contagio, in presenza delle altre restrizioni, ma che lo sono in misura sensibilmente maggiore le attività collegate, dal trasporto scolastico al doposcuola. «Più si alza l’età scolastica, più queste attività aumentano», ha detto per spiegare il motivo del limite alla prima media.