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Dalle seconde case agli alimentari: la stretta di Pasqua delle regioni

È scattata la zona rossa in tutta Italia, ma molti governatori hanno scelto di introdurre misure ancora più restrittive. Dopo Piemonte e Puglia, in Toscana una nuova ordinanza lascia aperte solo farmacie ed edicole

Redazione di Redazione
Aprile 3, 2021
in Italia
Tempo di lettura: 2 mins read
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Dalle seconde case agli alimentari: la stretta di Pasqua delle regioni

Sarà una Pasqua con spostamenti vietati tra territori, fatta eccezione per chi si muove per motivi di lavoro, salute e necessità e per chi deve rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Ma i divieti nazionali anti-Covid che regoleranno le giornate dal 3 al 5 aprile sono in alcuni casi aggravati dalle ordinanze restrittive decise dalle singole regioni.

A partire dalle seconde case: in base alle regole decise dal Governo è possibile raggiungere l’abitazione alternativa anche se la proprietà si trova in un’altra regione (bisogna dimostrare comunque di averne la disponibilità prima del 14 gennaio 2021) anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. È il caso di Campania e Puglia, che hanno imposto per Pasqua il divieto per residenti e non. L’accesso alle seconde case per i soli non residenti è vietato in Piemonte e Liguria , Valle d’Aosta, Alto Adige, Trentino, Toscana, Sardegna. In Sicilia si entra solo con tampone negativo effettuato 48 ore prima dell’arrivo.

LEGGI ANCHE: Cosa si può fare nei giorni di Pasqua

La Liguria ha vietato i rientri nelle seconde case e l’utilizzo delle barche fino a lunedì 5 aprile. Il divieto, ha spiegato il presidente Giovanni Toti, «riguarda anche le barche perché in molte località molti turisti usano le barche come casa».

Il provvedimento più duro è forse quello firmato dal presidente della Toscana, Eugenio Giani: la sua ordinanza, in vigore domenica 4 e lunedì 5 aprile, saranno chiusi anche gli alimentari, i supermercati e i tabaccai, con l’eccezione unicamente di farmacie, parafarmacie ed edicole. La scelta, spiega una nota della Giunta regionale, deriva dalla necessità di limitare comportamenti ed assembramenti che potrebbero accrescere il rischio di diffusione dell’epidemia, alla luce del numero di contagi ancora alti e della particolarità diffusività delle varianti al momento presenti. Da qui la decisione di chiudere anche i generi alimentari: «Il fatto di uscire dalle proprie abitazioni per fare acquisti, o anche di consumare in spazi pubblici potrebbe determinare– si legge nell’ordinanza – potrebbe determinare situazioni tali da pregiudicare le misure invece necessarie per arginare la diffusione della pandemia. I negozi di generi alimentari e di prima necessità potranno in ogni caso raccogliere ordini online o telefonici e consegnare i prodotti a domicilio. Sarà vietato invece l’asporto. Bar e ristoranti potranno restare aperti per assicurare l’asporto e il domicilio, come previsto dalle disposizioni nazionali per le zone rosse».

Il provvedimento preso dalla regione Toscana non è l’unico in Italia. In Puglia già il 26 marzo scorso il presidente Michele Emiliano ha introdotto la zona rossa rafforzata, in vigore fino al 6 aprile: nei giorni di Pasqua e Pasquetta sono sospese tutte le attività commerciali ad eccezione delle attività di vendita di carburante, di fiori e piante, delle edicole, dei tabaccai, delle farmacie, delle parafarmacie. Stretta simile anche in Piemonte: le strutture di medio-grandi dimensioni, come i supermercati, sono chiuse dalle 13 di domenica e per tutta la giornata di lunedì.

Tags: ChiusureCovid-19PasquaRestrizioniSeconde case
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