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Vaccini in azienda, ecco come funziona il protocollo Inail

Le imprese devono presentare un piano alle Asl con il numero di dosi richieste: i costi del servizio sono a carico dei datori, il vaccino è fornito dallo Stato. Le adesioni sono su base volontaria dei lavoratori

Redazione di Redazione
Aprile 7, 2021
in Italia
Tempo di lettura: 2min read
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Le aziende potranno vaccinare i propri dipendenti. Il ministero della Salute ha firmato l’accordo e l’Inail ha fissato le regole. Il testo si aggiunge al protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro – che viene aggiornato rispetto alle versioni del 14 marzo e del 24 aprile 2020 – e consentirà di andare più spediti nella campagna vaccinale. Si parte a maggio. Le imprese più piccole possono accordarsi con quelle più grandi o appoggiarsi alle strutture dell’Inail.

Il canale aziendale sarà parallelo e non alternativo alla rete di vaccinazione ordinaria. E non si tradurrà in norme vincolanti: adesione volontaria di aziende e lavoratori. Tutte le imprese possono candidarsi, non c’è alcun requisito minimo di dipendenti e il vaccino sarà offerto a tutti i lavoratori a prescindere dalla tipologia di contratto. Le aziende devono predisporre un piano aziendale all’Azienda Sanitaria di riferimento specificando «il numero di vaccini richiesti per le lavoratrici e i lavoratori disponibili a ricevere la somministrazione, in modo da consentire all’Azienda Sanitaria la necessaria programmazione dell’attività di distribuzione».

LEGGI ANCHE: Come procedono le vaccinazioni in Italia

I costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, «ivi inclusi i costi per la somministrazione, sono interamente a carico del datore di lavoro», mentre «la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe e aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei Servizi Sanitari Regionali territorialmente competenti».

L’adesione alla somministrazione del vaccino «dovranno essere realizzate e gestite nel pieno rispetto della scelta volontaria rimessa esclusivamente alla singola lavoratrice e al singolo lavoratore, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, della sicurezza delle informazioni raccolte ed evitando, altresì, ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti». Deve essere il medico competente a fornire le informazioni e i lavoratori devono rilasciare «il consenso informato» dopo «il previsto triage preventivo relativo allo stato di salute».

La somministrazione del vaccino «è riservata ad operatori sanitari» e viene eseguita «in locali idonei». La registrazione deve essere poi registrata nel rispetto dei dati personali. Le aziende possono ricorrere «a strutture sanitarie private e concludere una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a proprio carico, ad esclusione della fornitura dei vaccini che viene assicurata dai Servizi Sanitari Regionali».

Tags: AziendeInailProtocollo InailVacciniVaccini in azienda
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P. IVA 02713310833 - ROC n. 31556 - ISSN 2611-528X
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