Il vaccino Astrazeneca potrebbe essere raccomandato solo per chi ha più di 60 anni in tutta l’Unione europea. È questo, secondo fonti qualificate citate dall’Ansa, l’orientamento che sarebbe emerso nel corso della riunione straordinaria dei ministri della Salute Ue che si è svolta dopo il nuovo pronunciamento dell’Ema. E anche l’Italia si muove in questa direzione. «Considerando i dati sulla letalità per coronavirus che confermano che le vittime perlopiù sono anziani, l’idea anche per Italia è di raccomandare l’uso preferenziale oltre i 60 anni». Quanto alla seconda somministrazione in chi ha già ricevuto la prima dose, al momento non ci sono elementi per metterla in discussione.
A chiarire la posizione dell’Italia è il direttore del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, durante l’incontro governo-regioni. «L’Ema ha valutato nuovi dati resi disponibili per quanto riguarda lo sviluppo di fenomeni trombotici. Il nesso di causalità, seppure non dimostrato definitivamente, è dichiarato come plausibile», ha detto Locatelli chiarendo, però, come «i vantaggi del vaccino superano di gran lunga i potenziali rischi». «Il meccanismo che sottende allo sviluppo di questi fenomeni non è definitivamente chiarito. Ci sono ipotesi. Gli episodi sono superiori all’aspettato nei soggetti sotto i 60 anni e inferiori all’aspettato oltre i 60 anni d’età. La maggior parte di questi eventi si sono osservati in soggetti di sesso femminile sotto i 60 anni. Anche se va detto che non ci sono fattori di rischio identificati. La maggior parte di questi eventi si è avuto dopo i primi 14 giorni di somministrazione e la si è osservata solo dopo la prima somministrazione. Tuttavia, il numero di seconde dosi somministrate è troppo limitato per trarre conclusioni. Alla luce di queste considerazioni, si è aperta una riflessione su raccomandazioni di uso preferenziale per alcune fasce d’età».
La conseguenza è che il piano vaccini nazionale andrà inevitabilmente rivisto. Un’indicazione sulle prossime tappe l’ha fornita il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, chiarendo che già da domani partiranno «le somministrazioni per chi ha 60-79 anni», a cui sarà destinato proprio Astrazeneca. «Una platea di circa 13 milioni di persone, due milioni dei quali hanno già avuto la prima dose». Chi ha già ricevuto la prima dose, però, non deve preoccuparsi: «Non abbiamo elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose».
Il primo Paese ad ufficializzare la decisione è il Belgio, che ha fissato un’asticella leggermente più bassa (stop ad Astrazeneca sotto i 56 anni). Resta da capire quale sarà la decisione finale degli altri Paesi Ue. La commissaria alla salute Ue, Stella Kyriakides, ha rivendicato il fatto che «l’esperienza di AstraZeneca dimostra che il nostro sistema di farmacovigilanza funziona. Adesso, però, è essenziale che seguiamo un approccio coordinato in tutta l’Unione Europea: dobbiamo parlare con una sola voce per aumentare la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni».