È stato bocciato alla Camera l’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia che puntava all’abolizione del coprifuoco. I partiti che sostengono Draghi hanno, però, messo a punto un nuovo documento, frutto di un accordo all’interno della maggioranza, che impegna «impegna il governo a valutare nel mese di maggio, sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, l’aggiornamento delle decisioni prese» con l’ultimo decreto legge Covid sulle riaperture, «anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento», ovvero l’orario del coprifuoco.
La questione stava diventando squisitamente politica e rischiava di spaccare tanto la maggioranza di governo quanto il centrodestra. L’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia chiedeva al governo di «valutare l’opportunità, nei provvedimenti di prossima emanazione, di assicurare che nelle zone gialle i ristoranti possano rimanere aperti fino alle 24». Matteo Salvini ha fatto dell’abolizione del coprifuoco un provvedimento-bandiera (e ha costretto i suoi ministri ad astenersi sul decreto riaperture): ma se la Lega si fosse schierata con Giorgia Meloni avrebbe marcato una distanza con gli altri partiti che sostengono Draghi. E nel caso contrario avrebbe creato una frattura nel centrodestra.
La soluzione è stata trovata riformulando un nuovo ordine del giorno che non prevede l’abolizione immediata del coprifuoco ma una sorta di «tagliando» a metà maggio. Una linea, per la verità, già prospettata anche da Mario Draghi. Gli altri partiti di maggioranza, a cominciare dal Pd, non hanno mai escluso a priori lo spostamento dell’orario di chiusura per bar e ristoranti, ma vogliono che la modifica sia sostenuta da dati medico scientifici.