Le riserve di AstraZeneca scarseggiano. Mentre la Commissione europea fa causa all’azienda farmaceutica anglo-svedese per non aver rispettato il contratto sulle consegne dei vaccini contro il coronavirus, negli hub vaccinali della penisola le scorte rimaste son sempre meno tanto che alcune regioni hanno deciso di sospendere le somministrazioni di prime dosi con il siero di AstraZeneca, mentre altre hanno fatto slittare le date di partenza di nuovi target aggiornando il calendario vaccinale.
Fin quando non arriveranno si procederà tenendo da parte le dosi per fare i richiami. Il 10 febbraio infatti sono state iniettati i primi vaccini di AstraZeneca a 4 milioni e mezzo di persone. Le seconde dosi sono fissate, a 10-12 settimane di distanza, dalla fine di aprile in poi. Per questo le Regioni sono in preoccupate, in attesa dei nuovi approvvigionamenti e nella speranza che non ci siano rinvii come già accaduto in passato.
La campagna di vaccinazione non si fermerà per mancanza di dosi di vaccino anti-Covid. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo lo ha assicurato: «A maggio sono previste forniture tra 15 e 17 milioni di vaccini, in gran parte Pfizer». Ma a preoccupare è AstraZeneca, azienda contro la quale la Commissione europea ha lanciato un’azione giuridica per l’incapacità di presentare una strategia affidabile sulla consegna dei propri vaccini. Ma anche su questo Figliuolo ha dato garanzie: «Il giorno 29 aprile – ha detto – arrivano 2 milioni di dosi che saranno fruibili fra il 30 aprile e il 1° maggio». Per l’inizio di maggio, ha aggiunto, «arriverà da un minimo di 2,5 milioni a un massimo di 2,7 milioni. Ho appena sentito il presidente di AstraZeneca che mi ha confermato questi numeri, ma non mi ha dato le date di arrivo, dall’8 maggio in avanti». Per Figliuolo «tipologie di vaccino diverse da quelle in approvvigionamento forse servivano qualche mese fa, poiché oggi i vaccini arrivano in quota sufficiente».
La Lombardia, secondo quanto dichiarato dal presidente Attilio Fontana, ha «superato le 80mila somministrazioni». È il numero più alto dall’inizio della campagna vaccinale. «Potremmo superare abbondantemente i 100mila vaccinati al giorno se ci dessero più vaccini» ha aggiunto Fontana. In base ai target crescenti indicati dal commissario Figliuolo la Lombardia dovrà arrivare a somministrare 99mila dosi entro giovedì 29 aprile. Finora è stato utilizzato il 93% dei vaccini Pfizer (oltre due milioni di somministrazioni) e l’89% di AstraZeneca (780mila). La Regione ha deciso di non utilizzare più le dosi rimaste di Astrazeneca (83mila) per le prime dosi ma di riservarle solo ai richiami.
«Le nostre scorte sono nuovamente agli sgoccioli. Attendiamo le consegne previste in settimana, perché il Piemonte è pronto a vaccinare 40mila persone al giorno. Abbiamo bisogno di munizioni» ha detto il presidente della regione, Alberto Cirio, che ha inviato una lettera al premier Mario Draghi e al generale Figliuolo chiedendo che la distribuzione di vaccini sia proporzionata alla popolazione target in fase di vaccinazione, e non a quella generale. Il Piemonte (19.460 somministrazioni il 26 aprile contro il target fissato dal commissario al 29 aprile di 40mila) ha usato finora il 91% dei vaccini ricevuti (96% per Pfizer).
Le dosi di vaccini anti-Covid somministrate in Puglia sono oltre il 93% di quelle ricevute. Praticamente esaurite le riserve di AstraZeneca (97%). Complessivamente restano circa 80mila dosi che servono per i richiami e per vaccinare over 80, fragili e vulnerabili. Tutte le Asl hanno riprogrammato le vaccinazioni degli over 60, facendole slittare di una o due settimane per carenza di dosi. Secondo gli obiettivi fissati dal commissario Figliuolo la Regione dovrebbe arrivare il 29 aprile a somministrare 29.500 dosi al giorno. «Abbiamo pochissime dosi, se avessimo le dosi avremmo già finito di vaccinare tutti i pugliesi» si è lamentato il presidente Michele Emiliano.
Osservazioni simili anche da parte del presidente della regione Venero, Luca Zaia. «Se ci dessero i vaccini potremmo vaccinare tutti entro metà maggio-giugno – ha detto il presidente del Veneto – . Però non ci sono vaccini, la mia fornitura settimanale in cinque giorni la esaurisco». La regione ha usato il 92% delle dosi ricevute: il 97% di Pfizer e AstraZeneca, restano scorte Moderna. Il target giornaliero del Veneto è di 40mila dosi.
A un passo dal milione e mezzo di dosi somministrate, l’Emilia-Romagna ha sfruttato le dotazioni di vaccini per il 92% (in particolare Pfizer al 96%). Ora attende rifornimenti. «Entro fine aprile è previsto l’arrivo di 185.720 dosi – ha detto l’assessore alla Salute – necessarie per rispettare i valori target prefissati, che per l’Emilia-Romagna prevedono un incremento costante di vaccinazioni fino alle 42mila somministrazioni attese per fine mese».