L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha avviato l’esame (in «rolling review») del vaccino sviluppato dalla cinese Sinovac. Sulla base «di risultati preliminari di studi di laboratorio (dati non clinici) e studi clinici si ipotizza che il vaccino inneschi la produzione di anticorpi che colpiscono il Sars-Cov-2, il virus che causa Covid-19, e possa aiutare a proteggere dalla malattia», si legge in una nota dell’Ema.
L’Ema valuterà i dati non appena saranno disponibili per decidere se i benefici superano i rischi. L’analisi continuerà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio. Il richiedente Ue è la società Life’On di Pomezia. si specifica nella nota. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità deciderà questa settimana se approvare due vaccini cinesi, il Sinopharm e il Sinovac, per l’uso di emergenza contro il Covid-19.
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Sinovac, una società cinese privata, in collaborazione con l’Istituto Butantan di San Paolo del Brasile, ha sviluppato un vaccino a virus inattivato. Anche questo candidato richiede due dosi di somministrazione e frigoriferi normali per la conservazione. Gli studi di Fase III sono stati avviati in Brasile, Indonesia e Turchia. Funzionari brasiliani hanno dichiarato a gennaio che il tasso di efficacia del vaccino era di poco superiore al 50%, che è la soglia che l’Organizzazione mondiale della sanità ha indicato per l’uso generalizzato. Circa un mese fa è uscito un report della Fase III in Brasile (tra il 21 luglio e il 16 dicembre 2020, 12.396 partecipanti) che conferma un’efficacia complessiva contro il Covid sintomatico del 50,7% (IC 36-62%), un’efficacia secondaria contro i casi che richiedono assistenza del 83,7% (IC 95% 58,0-93,7) e sui casi moderati e gravi un’efficacia del 100% (IC 95% 56,4-100,0).
Proprio il vaccino Sinovac è stato indicato come una delle cause della ripartenza dei contagi in Cile.
Uno Stato che ha stupito il mondo per la rapidità della sua campagna di vaccinazione di massa (che lo pone al quarto posto al mondo per somministrazioni), a fronte di un contagio che continua a diffondersi a ritmi record, soprattutto tra i giovani, e alle terapie intensive degli ospedali con un’occupazione media del 95%. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Universidad de Chile sui risultati della campagna di vaccinazione ha concluso che la protezione del vaccino cinese è ferma al 54%: mediamente del 56,5% a due settimane dalla somministrazione di entrambe le dosi previste e di appena il 3% dopo la prima dose. A gennaio le autorità in Indonesia hanno detto che il vaccino era efficace al 65 %. In Turchia l’efficacia sarebbe stata più alta, attestandosi sull’80%.