Promosso, quasi a pieni voti. Bruxelles ha assegnato al Piano nazionale di ripresa e resilienza tutte “A”, cioè il massimo, ad eccezione di una “B” per la voce costi. L’Italia si allinea ai piani presentati dagli altri paesi europei: nessuno finora è riuscito a rispettare le indicazioni della Commissione sulla definizione dei costi delle misure. I primi a ricevere semaforo verde sono stati mercoledì scorso i piani di Portogallo e Spagna, cui sono seguiti quello di Grecia, Danimarca, Lussemburgo, Austria e Slovacchia.
I fondi che saranno messi a disposizione dell’Italia, prima beneficiaria, ammontano a 191,5 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti, che Roma dovrà impiegare entro il 2023 e spendere entro il 2026. Il via libera della Commissione europea significa che l’Italia potrà beneficiare del 13% di anticipo dei finanziamenti. Ma per avere i circa 25 miliardi di pre-finanziamento è necessario che il Consiglio dia il via libera ed è atteso dall’Ecofin del 13 luglio.
La pagella verrà consegnata domani a Roma al presidente del Consiglio Mario Draghi dalla presidente Ursula Von der Leyen. Nel giudizio si sottolinea che il piano «contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente» le raccomandazioni specifiche della Ue. Il Pnrr italiano è «ben allineato» al Green Deal, con il 37% di misure indirizzate alla transizione climatica, tra cui progetti di efficientamento energetico degli edifici (Superbonus) e per favorire la concorrenza nel mercato del gas e dell’elettricità. Inoltre viene rilevato che al digitale è dedicato il 25% del piano, con misure per la digitalizzazione delle imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione.
«Il piano – spiega Bruxelles – contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente le raccomandazioni specifiche della Ue». Per la Commissione il Pnrr italiano, anticipa l’Ansa, «rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale». Inoltre «rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale ed istituzionale». Le misure poi «non arrecano danni» a tutti gli obiettivi ambientali della Ue e contribuiscono in modo efficace alle transizioni energetica e digitale. Avranno un «impatto duraturo» sull’Italia che è anche riuscita ad assicurare un efficace monitoraggio dell’attuazione del piano. Viene giudicato efficace anche il meccanismo di controllo anti-frodi. Infine, tutte le misure del Pnrr sono «coerenti».