Dopo le tensioni e le polemiche dei giorni scorsi, Beppe Grillo ha voluto incontrare i parlamentari, prima i deputati e poi i senatori, per spiegare a che punto sono le trattative con Giuseppe Conte per la fondazione del “nuovo” Movimento. L’ex premier Giuseppe Conte, non invitato, non partecipa al faccia a faccia. Tra i due, però, nelle ultime ore c’è stato un confronto, una telefonata che è servita in parte a chiarire i nodi. Ma le tensioni restano alte e l’intesa, seppure le parti siano più vicine, non è siglata.
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«Stiamo lavorando bene con Conte, per lo statuto servono ancora 2-5 giorni», ha detto Grillo. Quando ha affidato all’avvocato la difficile rifondazione del M5s, non era un’offerta a carta bianca e ora intende avere l’ultima parola. «Lo statuto messo a punto da Giuseppe Conte è molto diverso dal nostro. Conte deve studiare e imparare cos’è il Movimento. È un’ottima persona, ma il visionario sono io. Io gli posso essere molto utile, lo deve capire ».
Poi il garante ha affrontato anche uno dei nodi più critici e proprio uno dei punti su cui si è già più volte scontrato proprio con Conte: la regola del limite dei due mandati, una norma che ha definito l’identità dello stesso Movimento fino a oggi. «Io sono per i due mandati, farei anche una legge, ma lo metteranno al voto gli iscritti». Un passo che suona come un eventuale nulla osta ai cambiamenti se decisi dalla base.
Grillo ha presentato un nuovo simbolo con la dicitura «M5s 2050», la prospettiva temporale fissata dal garante per rinnovare l’Italia. E ha chiarito a che punto sia il lavoro sullo statuto. «A Conte ho detto: prendi il nostro statuto. Ma lui ha voluto fare una cosa diversa. Ed è arrivato con una cosa di 30 pagine con scritta : bozza. Ho visto una cosa diversa da quello che mi aspettavo. Il nostro movimento ha partecipazione democratica, consigli in rete. Conte da avvocato lo ha trasformato e ha fatto uno statuto completamente diverso. Io sono rimasto così, avevo bisogno di tempo».