Il nuovo M5s di Giuseppe Conte è appeso a un filo, il sottilissimo filo della mediazione, che i big del Movimento stanno cercando di rafforzare per evitare lo strappo finale con Beppe Grillo. Il braccio di ferro sullo statuto tra il leader in pectore Giuseppe Conte e il Garante del M5s, dopo l’intervento show di Grillo alla Camera, si è trasformato in una frattura grave e forse insanabile. Diversi parlamentari descrivono l’ex premier amareggiato e ad un passo dall’addio. Attesa per lunedì la sua conferenza stampa. Secondo i bene informati Conte starebbe anche pensando a un suo partito. Il futuro di M5s avrà ripercussioni sia sull’alleato Pd che sul governo Draghi.
Nel frattempo continua il giro di contatti con i big pentastellati nel tentativo di trovare un punto di sintesi. Neanche il pressing dei fedelissimi che si sono presentati nella sua residenza romana, sembra aver fatto breccia nel leader in pectore. Dopo più di due ore con Stefano Patuanelli, Paola Taverna e Ettore Licheri, infatti, Giuseppe Conte sembra irremovibile. Non ha alcuna intenzione di tornare sui suoi passi: «Ragazzi miei, se state convincendo Grillo a farmi una telefonata per chiedermi scusa in privato, be’, sappiate che a me non basta. Non basta una telefonata per sanare quello che ha fatto e che ha detto».
Di Maio, in un post su Facebook, ha chiesto di rimare uniti. «Il Movimento 5 Stelle è una splendida comunità. Insieme abbiamo affrontato diverse fasi, anche le più difficili e complicate, ma le abbiamo sempre superate usando testa e cuore. Il bene che tutti vogliamo al Movimento è il pilastro su cui fondare le nostre decisioni. Mettiamocela tutta. Diamo il massimo e rimaniamo uniti».
M5s rischia di trovarsi senza guida dall’oggi al domani. Conte, dopo il discorso di Grillo, ha potuto constatare con mano che il suo seguito non è numericamente quello che si aspettava. L’altro problema è nella resistenza del garante a uscire di scena, a non avere voce in capitolo, lasciando la sua creatura trasformarsi in un partito con «un uomo solo al comando». Insomma Grillo vuole difendere il suo ruolo all’interno del Movimento. Tutto questo caos nel M5s preoccupa sia il Partito democratico che la maggioranza di governo. L’eventuale uscita di scena di Conte toglierebbe al Nazareno un interlocutore fidato nelle prossime amministrative.