Il governo ha deciso di confermare lo stop al blocco dei licenziamenti, con l’eccezione di alcuni settori ritenuti in crisi. «Abbiamo deciso di porre fine blocco dei licenziamenti, pur con una serie di eccezioni legate ai settori più in crisi. Denota la nostra volontà di tornare al mercato e alla fisiologia, ma difendendo i settori più in crisi», ha detto il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta. Nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi, alla quale era presente Mario Draghi, è stata stabilita una proroga selettiva del blocco: ovvero le filiere del tessile, dell’abbigliamento e delle calzature, che sono anche quelle che, nel manifatturiero, presentano i più alti livelli di lavoratori in cassa integrazione (circa uno su tre).
La fine della «moratoria» sui licenziamenti, che era stata introdotta durante i primi mesi della pandemia nel 2020, era già prevista per il 30 giugno ma al governo erano arrivate forti pressioni, specialmente dai sindacati, perché quella scadenza venisse rinviata. Lo stop al blocco dei licenziamenti varrà per l’industria manifatturiera ed edilizia con l’eccezione per il tessile e i settori ad esso collegati (calzaturiero, moda). È uno dei punti sui quali è stato trovato l’accordo nel corso della Cabina di regia presieduta dal Presidente del Consiglio Draghi, alla quale hanno partecipato i ministri Brunetta, Orlando, Giorgetti, Speranza, Bonetti, Franco, Patuanelli.
Contestualmente le aziende di quei settori potranno fruire della Cig gratuita. Inoltre è stata discussa la possibilità di erogare ulteriori 13 settimane di cassa integrazione straordinaria a tutte le imprese appartenenti ai tavoli di crisi industriali attualmente aperti e non, che abbiano esaurito gli ammortizzatori. Infine, la Cabina di regia si è espressa favorevolmente per l’estensione di due mesi, fino al 31 agosto, del blocco delle cartelle esattoriali.
Gli interventi si reggeranno, dunque, su due gambe: la prima prevede il blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre e la contestuale cassa Covid per i comparti genericamente legati alla moda, come tessile, calzature, pelletteria. La seconda è la messa a disposizione di 13 settimane di cassa integrazione straordinaria gratuita, su richiesta, per le ditte in crisi (non solo quelle con tavoli aperti al Mise) e per quelle che hanno terminato gli ammortizzatori sociali, con il contestuale blocco dei licenziamenti. Sarà possibile fare richiesta entro il 31 dicembre. Sono previsti anche 6 mesi di cassa integrazione per cessazione per il comparto aereo.