Scontro tra partiti sulla sospensione del Cashback, il programma di rimborsi statali che terminerà come deciso dal governo Draghi il 30 giugno. Per i 5 Stelle la sospensione del piano, nato durante il governo Conte per favorire i pagamenti digitali, è un’occasione mancata. Un sistema voluto proprio dal governo Conte (M5s-Pd) e promosso direttamente dall’ex premier, che aveva finanziato il progetto con cinque miliardi fino al giugno del 2022. Draghi, però, ha deciso di cancellare il cashback con un anno di anticipo: una decisione arrivata a sorpresa e che sembra quasi uno sgarbo istituzionale nei confronti del suo predecessore.
La sospensione del cashback apre un caso politico all’interno della maggioranza. Proprio i 5 stelle protestano contro la scelta dell’esecutivo Draghi. Particolarmente dure le parole della ministra per le politiche giovanili, Fabiana Dadone (5 Stelle): «È un errore la sospensione del cashback che, come strumento di incentivo all’utilizzo di pagamenti elettronici e lotta all’evasione, è stato perfetto. Chiederemo in Consiglio dei Ministri i motivi di questa decisione». «La sospensione del cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione»: è la posizione di Stefano Patuanelli, ministro dell’Agricoltura e capodelegazione del M5s al governo.
La sospensione del #cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione.
— Stefano Patuanelli (@SPatuanelli) June 29, 2021
Non meno critico l’ex deputato M5S, Alessandro Di Battista: «Mesi fa Conte, giustamente, lanciava il cashback, una misura da lui descritta come `il primo passo verso la digitalizzazione del Paese nei pagamenti´. Era una buona misura. Sì era, perché il governo dei migliori l’ha appena cancellata. Il cashback aveva tre obiettivi: rilanciare un minimo i consumi, combattere l’evasione e spingere ad effettuare acquisti `fisici´ in negozi, mercati, supermercati etc».
Protesta contro l’abolizione del cahsback pure Michele Bordo, deputato e responsabile Pd per la Coesione e il Mezzogiorno. «Non condivido la scelta di sospendere il cashback per il prossimo semestre. Una cosa è correggere ciò che non ha funzionato del meccanismo, altra cosa è sospenderlo. Il cashback – ha continuato – ha consentito in questi mesi un maggiore utilizzo della moneta elettronica, un migliore tracciamento dei pagamenti, la riduzione del nero e dell’evasione fiscale. Per tutte queste ragioni, è un errore tornare indietro. Spero che ci sia spazio per rivedere la decisione assunta ieri dalla cabina di regia riunitasi a Palazzo Chigi». Protesta pure Nicola Fratoianni di Sinistra italiana: «Dovevano bloccare i licenziamenti e invece hanno bloccato il cashback. Dovevano ascoltare le organizzazioni sindacali dei lavoratori e finora li hanno ignorati In sostanza, al di là degli slogan il governo dei migliori ha finora eseguito il diktat di Confindustria».
Soddisfatta invece Forza Italia i cui politici avevano più volte attaccato il sistema del 10% di rimborsi sugli acquisti con carte di credito e bancomat. «Con lo stop del cashback — dice la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli — si manda in soffitta una misura inutile e molto dispendiosa il cui effetto più immediato è stato quello di favorire i tanti che, nella corsa al rimborso, per mesi hanno suddiviso in più tranche il pagamento dei propri acquisti per effettuare quante più operazioni possibile. E’ una cosa inconcepibile e ancora di più lo è il fatto che quando la misura è stata approvata dal precedente governo nessuno si è posto questo problema che era del tutto evidente e che ha generato una gara tra furbetti». Da Forza Italia ricordano anche come il blocco del cashback libererà circa 800 milioni di euro nel 2021 e 3 miliardi nel 2022. Scrive poi la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini: «La sospensione del cashback nel secondo semestre dell’anno è una decisione di buonsenso e il nostro auspicio è che si tratti di uno stop definitivo, perché si tratta di una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici».
Nelle scorse settimane, l’unico partito a chiedere esplicitamente l’abolizone del cashback era stato Fratelli d’Italia, con una mozione presentata al Senato ma respinta da Palazzo Madama. «Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica – scrive la presidente in una nota – a dire chiaramente da subito che cashback e lotteria degli scontrini sono un’ idiozia che ci costa 4 miliardi. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di una elemosina. Ora ci è arrivato anche il governo Draghi. I quasi 2 miliardi risparmiati siano ora destinati ad attività e lavoratori colpiti dalla crisi e dalle chiusure, come avevo chiesto di fare al premier in una lettera inviata il 3 marzo scorso. Come sarebbe dovuto essere in una Nazione normale».