Giuseppe Conte non tornerà a fare il professore di diritto civile, almeno per il momento. La scomunica ricevuta da Beppe Grillo che gli ha tolto la guida del M5s prima ancora di prenderla ufficialmente non ferma l’ex premier: «C’è tanto sostegno dei cittadini: ho lavorato per 4 mesi. Ho aspettato Grillo in piena trasparenza. Il progetto politico non rimane nel cassetto per la contrarietà di una persona sola».
Fonti vicine a Conte stanno sondando la situazione e, come confermato dall’agenzia Adnkronos, raccolgono a Palazzo Madama il numero più alto di parlamentari pronti a seguire Conte: su 75 senatori, l’80% sarebbe dalla parte dell’ex presidente del Consiglio. Mentre alla Camera almeno il 50% dei deputati – su un totale di 161 eletti – starebbe con Conte. Tra Montecitorio e Palazzo Madama, Conte potrebbe contare su circa 140 parlamentari. Anche se per il momento sono calcoli prematuri.
Chi ha rotto ufficialmente con Beppe Grillo è il comitato di garanzia. Il primo è stato Vito Crimi che si è rifiutato, come h scritto su Facebook, di convocare il voto sulla piattaforma Rousseau come chiesto dal garante. A quel post è seguita la minaccia del garante: «Risponderai direttamente e personalmente dei danni». Ma in difesa del capo politico reggente si sono mossi subito gli altri due esponenti del comitato: Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri. Crimi ha incassato la fiducia del direttivo del Senato composto dal capogruppo Ettore Licheri; i vice presidenti Cioffi, Castellone, Ferrara, Lomuti, Santillo; i segretari Lanzi, Pavanelli, Santangelo; la tesoriera Pirro. Dodici esponenti dei vertici M5s che, nel momento in cui si sono schierati per Crimi, hanno di fatto rivelato il loro chiaro sostegno all’ex premier.
Ma non sono gli unici. Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento Europeo, in un post su Facebook ha definito un errore quello commesso da Beppe Grillo e si è augurato di «andare avanti insieme a Giuseppe Conte». Come riporta Il Fatto Quotidiano, anche i ministri Federico D’Incà, Stefano Patuanelli e la vicepresidente del Senato Paola Taverna hanno espresso il proprio sostegno a Conte. A cui si aggiungono o sottosegretari Giancarlo Cancelleri e Alessandra Todde. Alla Camera si danno poi per certi l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede e l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Al Senato il gruppo è consistente e comprende, oltre il direttivo, anche Gianluca Perilli e Alessandra Maiorino.
Tra i segnali più netti in favore di Grillo c’è stata la decisione del direttivo della Camera di non schierarsi in sostegno di Vito Crimi. Una decisione che viene imputata al capogruppo Davide Crippa, ritenuto molto vicino a Beppe Grillo. Ma non solo. Al suo fianco ci sarebbero anche la deputata Carla Ruocco, il presidente della commissione Politiche Ue Sergio Battelli e l’ex ministro Vincenzo Spadafora. A loro si aggiungono diversi deputati al primo mandato (ad esempio Niccolò Invidia), critici sulla deroga al tetto dei due mandati: sanno che con Grillo il limite rimarrebbe e loro avrebbero più chance per puntare a una ricandidatura.