Sia abbassa l’età per partecipare all’elezione dei membri del Senato: scende da 25 a 18 anni. A Palazzo Madama è stata approvata la riforma costituzionale che attribuisce ai 18enni il voto per eleggere il Senato. In favore della riforma hanno votato 178 senatori, 15 hanno votato contro e 30 si sono astenuti. Ora per la promulgazione dovranno passare tre mesi: in questo periodo potrà essere richiesto il referendum confermativo, in quanto il 9 giugno scorso la Camera ha approvato il ddl senza raggiungere il quorum dei due terzi. necessario per evitare passaggi referendari.
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Tutti gli elettori potranno eleggere i senatori. Cade il vincolo stabilito dall’articolo 58 della Costituzione che riservava questa facoltà a chi aveva compiuto 25 anni di età. Dalle prossime elezioni politiche, circa 4 milioni di giovani elettori potranno dunque votare anche per il Senato. «Si favorisce così la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica, obiettivo che da sempre il M5s persegue, e ci si allinea agli altri Paesi europei», ha commentato il ministro M5s per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.
L’approvazione della riforma ha subito scatenato reazioni politiche. «Oggi si chiude un percorso – ha commentato la capogruppo Pd Simona Malpezzi – Diciamo ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni che la politica ha bisogno di loro e della loro capacità di scegliere. Questo è un nuovo strumento per fare in modo che la loro partecipazione trovi uno sbocco. Una partecipazione che tra i più giovani esiste ed è forte: prima del Covid le piazze erano piene di giovani che manifestavano sui temi che stanno loro a cuore, dall’ambiente ai diritti. Finalmente, queste istanze potranno essere rappresentate anche al Senato. Ma c’è anche un altro elemento importante. Questa riforma darà maggiore stabilità e consentirà un funzionamento migliore delle nostre istituzioni. Rendere omogenei gli elettorati di Camera e Senato contribuirà a ridurre i problemi di efficienza delle nostre istituzioni».
Soddisfatto anche il Movimento 5 stelle: «Così saniamo un anacronismo che caratterizzava in negativo il nostro Paese – hanno scritto in una nota la delegazione M5s in commissione Affari costituzionali – e coinvolgiamo a pieno oltre 4 milioni di giovani nel processo democratico. I nostri ragazzi sono i principali destinatari delle politiche pubbliche che devono necessariamente guardare al futuro, sono innanzitutto loro a ricevere i benefici o i danni delle scelte della politica. E allora è giusto che si dia loro il diritto ma anche la responsabilità di scegliere anche i senatori eletti, non solo i deputati».
Nel centrodestra invece Fratelli d’Italia sostiene la riforma e chiede con Achille Totaro «l’elezione diretta del Capo dello Stato» . Diversa la posizione degli azzurri, espressa da Lucio Malan : «Forza Italia non si assocerà al coro pressoché unanime in favore di questa riforma. Noi abbiamo grande rispetto per i giovani ma anche per la serietà e i giovani non ci chiedono di votare per il Senato, chiedono invece serietà, più opportunità».