Tutto pronto per venerdì 6 agosto, quando sarà necessario esibire il Green Pass per accedere a una lunga serie di attività. Per esempio, sarà richiesto per sedersi ai tavoli di bar e ristoranti al chiuso, per allenarsi in palestra, per andare al cinema o al teatro, per partecipare a sagre o fiere, per visitare musei e mostre. Se i clienti avranno, quindi, l’obbligo di mostrare il Green Pass, dall’altra parte sarà necessaria la presenza di controllori. In questo caso potranno essere i gestori delle diverse attività, o eventuali loro delegati, ma anche le forze dell’ordine e il personale autorizzato delle Rsa, richiederanno l’esibizione del documento per consentire l’accesso. Ma come sapere se è valido? O che non si tratta di un falso?
La risposta si trova nell’app VerificaC19, sviluppata dal Ministero della Salute, già disponibile e funzionante per dispositivi Android e iOS. Una volta scaricata sul proprio dispositivo, i controllori saranno in grado di verificare il Green Pass dei clienti, sia in formato digitale sia in formato cartaceo. L’app, infatti, consente di scansionare il codice QR semplicemente inquadrandolo. Se la certificazione è valida, apparirà una spunta verde, insieme a nome, cognome e data di nascita del cliente. Sarà completare il controllo con un documento d’identità, per verificare che i dati del Green pass coincidano effettivamente con la persona che ha mostrato la certificazione. Una volta confermata l’identità, il cliente può entrare.
Nel caso in cui il Green pass non fosse valido, invece, apparirà una X rossa, accompagnata dalla scritta «Certificato non valido». A questo punto, il cliente non potrà accedere al locale. Il divieto rosso potrà apparire sulla schermata dell’app VerificaC19 in caso di tampone se risultano essere passate più di 48 ore dall’esecuzione del test. Per la vaccinazione in cui è stato completato il ciclo vaccinale, la Certificazione invece è valida 270 giorni (9 mesi) dalla data dell’ultima somministrazione. Per chi al momento è fermo alla prima dose, verrà emessa un’apposita carta da presentare fino alla seconda dose: e quindi valida per 42 giorni in caso di Pfizer e Moderna, 84 giorni per AstraZeneca.
Nessun problema di privacy, in quanto nessun dato viene salvato dall’app VerificaC19. Ma la polemica resta: perché un ristoratore, o chi per lui, deve sapere nome, cognome e data di nascita dei suoi avventori? La questione privacy è solo una delle cose che hanno fatto infuriare molti di coloro che hanno già provato a installare e usare VerificaC19. La seconda è che l’app molto spesso non funziona: non riesce a leggere il QR Code se non c’è abbastanza luce e, in alcuni casi, i Green pass validi non vengono riconosciuti come tali.
Il debutto di VerificaC19 sul Play Store, per questo, è stato a dir poco problematico: la valutazione media fino ad ora è 2,9 stelle su 5. «Sempre in blocco. Provato a leggere diversi Green pass, dice che non sono validi, quando so per certo che lo sono. Chi la deve utilizzare che deve fare?», è una delle decine di prime recensioni che si leggono sullo store di Google. Le prime esperienze con Verifica C19 non sono a quanto pare tutte positive e il pericolo di un Immuni bis è dietro l’angolo. L’app, infatti, risulta sviluppata dal Ministero della Salute tramite la società Sogei, proprio la stessa che nel giugno 2020 lanciò Immuni per il tracciamento dei positivi. Da lì il servizio ebbe una vita complicata e piuttosto breve. Per Verifica C19 è ancora troppo presto per parlare di successo o fallimento ma i primi segnali creano non pochi dubbi.