Rinviato. Il decreto che estende l’obbligo del Green pass per aerei, treni e navi e per il rientro a scuola di docenti e personale scolastico slitta di almeno una settimana. Il premier Mario Draghi vuole prima analizzare l’andamento della curva epidemiologica, anche osservando quanto avviene negli altri Paesi. «Prima si chiude la partita sulla giustizia e poi si prendono i nuovi provvedimenti», è la linea di Palazzo Chigi confermata anche durante l’incontro con il leader della Lega Matteo Salvini.
Con il decreto varato la scorsa settimana, dal 6 agosto il Green pass – valido già solo con una dose o con test negativo entro le 48 ore – sarà necessario per ristoranti al chiuso, spettacoli all’aperto, centri termali, piscine, palestre, fiere, congressi e concorsi. Servirà anche nei bar ma non per consumare al bancone, anche se al chiuso. E anche per accedere alle sale d’attesa dei pronto soccorso e ai reparti ospedalieri per far visita ai familiari ricoverati.
Con un nuovo decreto, per ora in sospeso, l’obbligo verrebbe esteso, ai trasporti a lunga percorrenza: aerei, treni, navi (ma non i trasporti pubblici locali). L’esame della curva epidemiologica servirà anche a stabilire se sia necessario rendere obbligatorio il Green pass per treni aerei e navi già dal 6 agosto o se invece sia meglio rinviare alla fine di agosto. Molti italiani hanno già prenotato le vacanze e quindi c’è il timore che la nuova misura possa portare all’annullamento dei viaggi con un danno evidente sul turismo. «C’è una stagione turistica in pieno corso e prima di complicare la vita agli operatori commerciali e alle famiglie, con dei figli, aspettiamo dei dati. Ci penseremo la settimana prossima in base ai dati. Per il momento sono tutti sotto controllo», ha ribadito Salvini dopo il colloquio con Draghi.
L’obbligo vaccinale per professori e scolastico era stato suggerito più volte negli ultimi giorni sia dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, sia dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. I dati confermano però che oltre l’80% del personale scolastico è già immunizzato, dunque si è ritenuto opportuno attendere per verificare se in vista dell’avvio dell’anno scolastico altri decideranno di prenotarsi. Il piano del governo potrebbe prevedere due fasi prima di arrivare a un vero e proprio obbligo vaccinale per il mondo della scuola: nella prima partirebbe un’azione di raccomandazione, che darebbe anche il tempo utile alla struttura commissariale per raccogliere i dati su chi ancora non ha ricevuto la prima dose. E solo in una seconda fase potrebbe quindi scattare l’obbligo, fissato per il 12 settembre, un giorno prima di rientrare in classe.