Mentre il reddito di cittadinanza finisce nel mirino della politica tra volontà di affossarlo e richieste di modifica, ecco che Beppe Grillo rilancia il reddito di base universale, accarezzato per anni dal fondatore del Movimento 5 Stelle. Progetto poi, con l’avvento al governo dei pentastellati, trasformato in un più ragionevole reddito di cittadinanza, un sussidio destinato alla fasce più deboli della popolazione.
Il garante del Movimento 5 Stelle da tempo sostiene la necessità di arrivare a questa misura di sostegno economico universale, e ha approfittato per pubblicare sul suo blog un articolo firmato da Shigheito Sasaki. Il garante del M5s lo ha accompagnato con una didascalia sui propri profili social, invitando dunque i partiti ad accelerare: «Il reddito di base universale può creare una società migliore e una vita migliore per tutti, l’unica sfida è il finanziamento. Ecco una delle possibili soluzioni. Apriamo il dibattito!».
Nel pezzo si spiega che «ora che è stato dimostrato che il reddito di base universale può creare una società migliore e una vita migliore, l’unica sfida è il finanziamento. Se la Banca Centrale, che crea denaro dal nulla, emettesse denaro per far vivere le persone, non ci sarà bisogno di un enorme aumento delle tasse. Se un numero sufficiente di persone se ne renderà conto, e diventerà una volontà generale, come ha affermato Jean-Jacques Rousseau, non ci saranno ostacoli alla realizzazione del reddito di base universale. Tutte le persone saranno libere dalla schiavitù del denaro e la povertà sarà sradicata dal nostro mondo».
Grillo ha, dunque, riproposto un suo antico cavallo di battaglia, che è un po’ il primogenitore del reddito di cittadinanza, in forma però più radicale ed estesa. Non solo un contributo universale, quindi concesso indifferentemente a ricchi e poveri, ma finanziato non con la fiscalità generale, le tasse, ma direttamente per via monetaria. Unico problema: per finanziare la misura le banche centrali dovrebbero stampare moneta.
Così come concepita da Beppe Grillo, la proposta non ha eguali nella storia. Sicuramente non in Europa, dove le emissioni di moneta sono regolate dalla Banca Centrale Europea, che per statuto non può finanziare direttamente gli stati. Più come provocazione che come ipotesi concreta, negli anni passati, tra le armi che la Bce avrebbe potuto mettere in campo per dare una scossa all’asfittica economia europea si era parlato di Helicopter money, cioè la possibilità di creare moneta distribuendola ai cittadini, direttamente o indirettamente attraverso gli stati. Niente che sia mai stato realizzato da nessuna grande banca centrale del mondo e soprattutto niente che sia previsto dalle regole istitutive della Bce.
Anche l’idea di un reddito per tutti, senza distinzioni tra ricchi e poveri, ha però per ora trovato pochissime applicazioni. Il test più recente si è svolto in Finlandia nel 2017. Il governo di Helsinki ha pagato 560 euro per due anni a duemila persone senza lavoro scelte a caso tra gli oltre 200 mila disoccupati del Paese. E ha continuato a farlo nel corso del tempo anche se nel corso del biennio avessero o meno trovato lavoro. L’obiettivo della sperimentazione era chiaro: osservare il comportamento dei percettori del sussidio di fronte a potenziali offerte di lavoro. Al termine dei due anni i risultati si sono rivelati poco incoraggianti: il contributo ha reso i percettori più felici, migliorandone il benessere e la salute mentale, ma non li ha aiutati nella ricerca del lavoro.