Mentre in Afghanistan la popolazione civile tenta disperatamente la fuga, in Grecia si alzano muri per contrastare l’arrivo di «possibili flussi di migranti». Il governo ellenico teme che il ritorno dei talebani a Kabul possa innescare una nuova crisi dei rifugiati, come quella che nel 2015 portò quasi un milione di persone in fuga dalle guerre mediorientali — Siria, Iraq e Afghanistan — a entrare in Europa attraverso la Grecia e la Turchia. Per evitare che la Storia si ripeta, Atene ha annunciato di aver costruito una barriera di 40 chilometri, che si aggiunge ai 12,5 già esistenti, lungo la frontiera con la Turchia, che verrà sorvegliata anche da un sofisticato sistema di sorveglianza.
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«Questa crisi ha creato la possibilità di un nuovo flusso di migranti», ha confermato il ministro per la protezione dei cittadini Michalis Chrisochoidis, dopo aver visitato la regione di Evros insieme al ministro della Difesa Nikos Panagiotopoulos e al capo delle forze armate, il generale Konstantinos Floros. «Non possiamo aspettare passivamente il possibile impatto. Le nostre frontiere saranno sicure e inviolabili».
La Grecia è stata in prima linea durante la crisi migratoria del 2015 quando oltre un milione di persone in fuga dalla guerra e dalla povertà in Medio Oriente passarono dal confine turco per entrare nell’Unione europea. Nel 2020, il governo di Atene aveva temporaneamente bloccato le domande di asilo dopo le dichiarazioni del presidente Erdoğan, che aveva detto che la Turchia aveva «aperto i confini» ai migranti per permettere loro di spostarsi verso l’Unione europea. Già allora la risposta della Grecia fu netta. Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis dichiarò che il Paese aveva aumentato «al massimo livello i propri sistemi di deterrenza», per scoraggiare il superamento dei confini tra Turchia e Grecia da parte dei migranti, schierando soldati e truppe proprio nella regione di Evros.
L’iniziativa della Grecia è arrivata a seguito dell’incontro tra il premier Mitsotakis con il presidente turco Erdogan, che aveva già manifestato preoccupazione verso un potenziale aumento della popolazione in fuga dall’Afghanistan, definendola «una seria sfida per tutti» e affermando che «la Turchia non sarà il magazzino dei profughi europei».
Secondo il quotidiano britannico Guardian, sono circa 12mila gli evacuati dall’aeroporto di Kabul. Più di 7mila sono fuggiti a bordo di cargo americani e alcuni di loro saranno sistemati in Albania, Kosovo e Macedonia del Nord in attesa del visto per entrare negli Stati Uniti. Il Regno Unito ha trasferito poco più di mille persone, impegnandosi però ad accoglierne fino a 20mila. L’Italia, così come la Francia, ha portato in salvo circa 500 cittadini afghani, anche se nessuno tra i Paesi europei ha ancora indicato il numero di profughi che è disposto a ospitare.