«Qualunque sia la combinazione», il nuovo governo dei talebani i Afghanistan «senza alcun dubbio sarà un governo islamico». A ribadire le intenzioni dei nuovi padroni dell’Afghanistan è il portavoce Zabihullah Mujahid, in un’intervista a China Global Television Network, il canale in lingua inglese della tv di Stato cinese. La prima giornata senza truppe statunitensi e dei loro alleati, che hanno abbandonato il paese dopo 20 anni di presenza militare e civile, è trascorsa con relativa calma e senza particolari differenze rispetto ai giorni precedenti. In tutto il paese rimane comunque una notevole tensione a causa della rapida riconquista del potere da parte dei talebani.
Nella capitale Kabul gruppi di talebani hanno festeggiato il ritiro dei soldati statunitensi. La scena delle truppe scelte talebane che irrompono negli hangar dell’aeroporto appena abbandonati dai soldati americani è stata trasmessa decine di volte ieri dalle televisioni afghane. L’ultimo aereo americano era partito da Kabul attorno alle ventitré. Meno di un’ora dopo i suoi quasi cinque milioni di abitanti hanno cominciato a udire gli echi degli spari verso il cielo mischiati alle strisciate scoppiettanti dei fuochi d’artificio. È stato il portavoce Zabihullah Mujaihid a specificare che questa «festa della vittoria contro gli Americani e i loro alleati occidentali» è paragonabile a quella del 1990 dei mujaheddin contro le truppe sovietiche e persino alla sconfitta britannica a metà dell’Ottocento.
Il resto di Kabul si è risvegliata attanagliata dalle nuove preoccupazioni quotidiane. Restano in vigore i provvedimenti promulgati dopo il 15 agosto, per cui ogni afghano non può ritirare oltre 180 dollari alla settimana. Ormai tutte le banche hanno riaperto, ma manca personale. Gli uffici pubblici hanno ripreso a funzionare. Ai distributori c’è carburante, però l’elettricità arriva a singhiozzo. Dalle province giungono notizie positive sulla sicurezza degli spostamenti. Ora che i talebani sono forza di governo sono spariti i loro posti di blocco volanti, che da oltre un decennio avevano ridotto le possibilità di viaggio.
I talebani intanto continuano a promuoversi come più aperti e comprensivi rispetto all’ultima volta in cui governarono l’Afghanistan, prima delle missioni militari avviate in seguito agli attentati dell’11 settembre. A Kabul i più giovani, nati e cresciuti in un contesto più aperto e libero negli anni della presenza occidentale, stanno cercando di mantenere comportamenti più sobri e in linea con le regole e le limitazioni imposte dai talebani. Alcuni hanno dichiarato di essersi fatti crescere la barba e di avere cambiato il modo in cui si vestono, mentre dai negozi e per strada sono stati rimossi i cartelloni pubblicitari. Le scuole elementari e medie hanno riaperto per gli studenti più giovani e l’accesso è consentito anche alle bambine, a patto che indossino uniformi consone a quanto prescritto dai leader talebani sulla base delle loro interpretazioni del Corano. Per gli studenti più grandi non è stato ancora previsto un ritorno a scuola.
Ma i timori su violenze e rappresaglie nei confronti dei civili del resto non mancano, anche perché come dimostrato in passato i talebani le applicano in modo imprevedibile e arbitrario. Le preoccupazioni più grandi in questa fase riguardano gli ex funzionari del governo dissolto con l’arrivo dei talebani, e che non hanno avuto la possibilità di lasciare il paese nei giorni scorsi. Molti di loro vivono nascosti e cambiano di continuo abitazione per ridurre il rischio di essere trovati e imprigionati. I talebani li stanno cercando casa per casa soprattutto a Kabul, interrogando amici e parenti degli ex funzionari e perquisendo le loro abitazioni.
Le incertezze sono anche dovute alla mancanza di un chiaro nuovo assetto di governo. I talebani stanno ancora discutendo come organizzarsi e valutando la possibilità di includere tra ministri e rappresentanti anche membri esterni alla loro organizzazione. Secondo la Cnn, che cita proprie fonti, il modello istituzionale ricalcherà quello vigente in Iran, con un leader supremo a capo di un Consiglio supremo. Il leader, autorità religiosa e massima carica dello Stato, potrà dettare la linea politica, annullare le leggi e rimuovere il capo del governo. Il ruolo spetterà probabilmente al leader religioso dei Talebani Hibatullah Akhundzada, a capo del movimento dal 2016, che finora non ha mai fatto un’apparizione pubblica.