Il Green pass verrà esteso. Non solo grandi eventi, locali al chiuso e ai mezzi di trasporto pubblici ma anche, probabilmente, ai luoghi di lavoro. «L’orientamento è quello di estendere l’obbligo della certificazione verde, ma ci sarà una cabina di regia come è stato chiesto dal senatore Salvini». Il presidente del Consiglio, Mario Draghi sfrutta la conferenza stampa con i ministri in vista della ripartenza delle attività nelle prossime settimane, ad iniziare dalla scuola, per annunciare i prossimi passi nella lotta alla pandemia e le anticipazioni sembrano una risposta chiara e netta alla giravolta della Lega, che ha votato con Fdi in commissione Affari sociali per sopprimere la certificazione verde.
Dopo bar e ristoranti al chiuso, cinema, palestre, stadi, scuola e mezzi di trasporto a lunga percorrenza, il premier ha avvisato che la «direzione» è quella di «un’estensione» del Green pass obbligatorio anche per altri settori, con ogni probabilità ad iniziare dalla Pubblica amministrazione. E potrebbe essere solo una nuova tappa intermedia in vista dell’obbligo vaccinale. Rispondendo a chi gli chiedeva se si arriverà all’obbligatorietà della vaccinazione e alla terza dose, l’affermazione è secca: «Sì a entrambe le domande». Il presidente della Consiglio ha chiarito che l’obbligo vaccinale sarà possibile una volta che il vaccino sarà approvato in via definitiva da Ema e Aifa.
Sulla scuola Draghi ha annunciato che «entro la fine di settembre raggiungeremo l’80% della copertura vaccinale». Draghi ha ribadito la necessità della vaccinazione per chiunque, ricordando come questa sia la sola via per la ripartenza e per garantire la ripresa dell’anno scolastico in presenza. L’esecutivo è al lavoro per garantire una ripresa «tranquilla» delle lezioni e insiste sulla necessità dell’immunizzazione di massa. Il ministro dell’istruzione Bianchi — al tavolo con il premier erano presenti anche i ministri Gelmini, Speranza e Giovannini — si è sbilanciato a dire che «dove ci sono classi con tutti studenti vaccinati sarà possibile togliere le mascherine in aula e tornare a sorridere».
Il premier ha espresso solidarietà a tutte le vittime delle aggressioni «vigliacche» da parte dei No-vax nei confronti di medici, giornalisti e tutti coloro che sono in prima fila nella lotta alla pandemia. Aggressioni e intimidazioni notevolmente aumentate con l’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass. «Voglio esprimere solidarietà piena a tutti coloro che sono stati oggetto di violenza da parte dei No Vax, una violenza particolarmente odiosa e vigliacca quando fatta nei confronti di chi fa formazione e di chi è in prima linea a combattere la pandemia», ha detto Draghi.
A proposito di tensioni, ha affrontato anche quelle interne alla maggioranza in seguito al voltafaccia della Lega che in commissione Affari Sociali ha votato per eliminare il Green Pass dopo aver detto sì in Consiglio dei ministri. «Il chiarimento politico lo fanno le forze politiche, è chiaro che è auspicabile una convergenza e una stagione di disciplina. Il governo va avanti», ha tagliato corto Draghi sottolineando di vedere una coalizione «con le sue divergenze» ma «non vedo la fine» dell’esecutivo. «Il governo va d’accordo tra i suoi membri. Non vedo alcun disastro all’orizzonte e non mi preoccupo per me stesso». Come già aveva fatto in passato con Speranza, Draghi si è poi schierato al fianco della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, anche lei oggetto di ripetuti attacchi da parte della Lega, soprattutto per la gestione del tema immigrazione: «Secondo me ha lavorato molto bene — ha tagliato corto il presidente del Consiglio —. E sui migranti i numeri di quest’anno non sono spaventosi, ci sono stati anni molto peggiori».
Non solo. L’esecutivo, ha lasciato intendere, non interromperà il suo percorso a dicembre perché «è offensivo parlare ora di Quirinale». Rispondendo alle domande dei giornalisti, Draghi è tornato anche sull’ipotesi di una sua ‘promozione’ al Quirinale una volta concluso il mandato di Sergio Mattarella. «Trovo un po’ offensivo pensare al Quirinale come altra possibilità, anche nei confronti del presidente della Repubblica».
Draghi ha poi affrontato il tema dell’economia, sottolineandone l’andamento positivo e parlando di un «grande rimbalzo» di cui però è inutile compiacersi, perché atteso dopo gli anni condizionati dalle chiusure per Covid. L’obiettivo, ha detto, è piuttosto lavorare al mantenimento della crescita ad un livello più elevato del periodo pre-pandemia perché «è lì che si vede la capacità dell’economia italiana di diventare strutturalmente più solida». «Il governo — ha poi ricordato — non ha passeggiato durante l’estate». E sulle riforme ha annunciato «un’agenda molto fitta» che vede in primo piano i temi della concorrenza e della giustizia. «Dovremo affrontare il problema fondamentale delle politiche attive del lavoro — ha aggiunto —. È prevedibile che molti settori dovranno ristrutturarsi».
Non poteva mancare un accenno all’Afghanistan. «Ci sono moltissime riflessioni da fare per tirare le coordinate del futuro — ha premesso — ma oggi dobbiamo impegnarci soprattutto sul futuro immediato, sull’aiuto a gli afghani». Ha poi ringraziato le forze militari italiane che hanno partecipato alla «straordinaria opera di evacuazione» da Kabul, ricordando che ad oggi sono circa 5 mila i profughi in via di ricollocazione del nostro Paese. La questione afghana, ha detto ancora, sarà al centro del colloquio che avrà questa sera con il presidente francese Macron a Marsiglia, dove si affronteranno altri temi di politica estera tra cui le prospettive della Ue e la situazione in Libia.