Lo stato centro-americano di El Salvador è diventato ufficialmente il primo paese al mondo ad adottare il bitcoin come valuta legale. L’obiettivo dichiarato del presidente, Nayib Bukele, è di spingere lo «sviluppo economico» e di permettere ai cittadini di risparmiare sui 400 milioni di dollari in commissioni versate in rimesse dagli Usa e altri paesi. C’è però chi teme che l’effetto reale sia quello di alimentare il riciclaggio di denaro ed esporre l’economia salvadoregna ai rischi legati alla volatilità della criptovaluta. Nonostante le critiche ricevute il governo del paese centroamericano non sembra intenzionato a fare marcia indietro.
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La legge che istituzionalizza la criptovaluta è stata approvata lo scorso giugno con 62 voti favorevoli sugli 84 disponibili all’Assemblea legislativa, il parlamento salvadoregno. Il provvedimento impone a esercenti e aziende di accettare la regina delle criptovalute come metodo di pagamento, in una condizione di equivalenza rispetto all’altra valuta ufficiale nel Paese (il dollaro Usa).
Ma come funzioneranno le transazioni? Tutto passerà per Chivo, l’App che il governo di El Salvador ha realizzato per permettere ai cittadini di scambiarsi Bitcoin tra loro, anche a livello commerciale. L’applicazione al momento è disponibile su AppStore, su PlayStore e anche sullo store di Huawei. Per ingraziarsi l’opinione pubblica Bukele ha poi promesso ad ogni cittadino 30 dollari in bitcoin in cambio dell’iscrizione alla piattaforma digitale del governo. In più in vista del lancio nel paese sono stati installati 200 bancomat che permetteranno di convertire bitcoin in dollari e prelevare senza commissioni.
Il presidente salvadoregno, Nayib Bukele, che ha parlato di «svolta storica», su Twitter ha dichiarato che «come tutte le innovazioni, il processo bitcoin in El Salvador ha una curva di apprendimento. Ogni strada verso il futuro è così e non tutto sarà raggiunto in un giorno o in un mese. Ma dobbiamo rompere i paradigmi del passato».
C’è chi è meno entusiasta. Da un lato cittadini e aziende restano scettici sull’accelerazione impressa dal governo, guardando con perplessità alla valuta digitale. Un’indagine della Central American University citata dall’emittente Bbc ha rivelato che appena il 4.8% di 1.281 intervistati era al corrente di cosa fosse il bitcoin e di come funzionasse, mentre una quota del 68% si è schierata contro la “legalizzazione” della criptovaluta. Altri sondaggi condotti dalla Camera di commercio locale, sempre a quanto riporta Bbc, hanno fatto emergere che oltre l’80% dei rispondenti è ostile alla valuta perché la ritiene troppo volatile.
Dall’altro sono le istituzioni e le agenzie di rating a bocciare la decisione di El Salvador. La Banca centrale si è rifiutata solo lo scorso giugno di aiutare il paese nell’introduzione dei bitcoin come valuta legale, evidenziando i rischi per trasparenza. L’agenzia Moody’s ha tagliato l’affidabilità creditizia del paese, mentre alcuni analisti avvertono che la «cripto-svolta» dell’economia potrebbe mettere a repentaglio il prestito da 1 miliardo di dollari chiesto al Fondo monetario internazionale.