Una energia pulita e virtualmente inesauribile. Eni compie un primo passo in avanti concreto verso l’avvio dell’industrializzazione del processo di fusione a confinamento magnetico, «lo stesso processo – spiega Eni – che sta alla base della generazione di energia nel Sole e nelle stelle». In pratica, la fusione a confinamento magnetico riproduce i principi tramite i quali il Sole genera la propria energia e questo garantirebbe un’enorme quantità energetica a zero emissioni. Per questa ragione si parla ora di una fonte di energia sicura, sostenibile e inesauribile e che potrebbe rappresentare la svolta decisiva nel percorso di transizione energetica e decarbonizzazione.
La notizia è delle ultime ore: la Cfs (Commonwealth Fusion Systems), società spin-out del Massachusetts Institute of Technology, di cui Eni è il maggiore azionista, ha condotto con successo il primo test al mondo del magnete con tecnologia superconduttiva HTS (High Temperature Superconductors) che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica. Si tratta di una tecnologia finora mai sperimentata e applicata a livello industriale. «Il test — spiega la nota di Eni — ha riguardato proprio l’utilizzo di elettromagneti di nuova generazione per gestire e confinare il plasma, ovvero la miscela di deuterio e trizio portata a temperature altissime da fasci di onde elettromagnetiche, e ha dimostrato la possibilità di assicurare l’innesco e il controllo del processo di fusione, dimostrando l’elevata stabilità di tutti i parametri fondamentali».
Oltre il nucleare di quarta generazione, la ricerca sulle nuovi fonti di energia punta a impianti in grado di gestire reazioni fisiche simili a quelle che avvengono nel cuore delle stelle, con temperature pari a 100 milioni di gradi, per ottenere la fusione dei nuclei atomici e un rilascio di enormi quantità di energia. Un primo impianto dimostrativo (chiamato «Sparc») potrebbe essere realizzato nel 2025, ma solo nel 2031 la tecnologia sarà disponibile.
«Lo sviluppo di tecnologie innovative è uno dei pilastri su cui poggia la strategia di Eni volta al completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonché la chiave per una transizione energetica equa e di successo – spiega l’amministratore delegato, Claudio Descalzi -. Per Eni la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale nella ricerca tecnologica finalizzata al percorso di decarbonizzazione, in quanto potrà consentire di disporre di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile e senza emissione di gas serra, cambiando il paradigma della generazione di energia. Il risultato ottenuto durante il test dimostra l’importanza strategica delle nostre partnership di ricerca e consolida il nostro contributo allo sviluppo di tecnologie game changer».