Lo hanno chiesto tutti i partiti che sostengono l’esecutivo guidato da Mario Draghi. E lo aveva in qualche modo annunciato lo stesso presidente del Consiglio. Il governo ha deciso che interverrà a sostegno di famiglie e piccole imprese per contenere l’aumento delle bollette. Un aumento senza precedenti, che come annunciato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, dovrebbe aggirarsi attorno al 40% per l’elettricità e al 30% per il gas.
Una preoccupazione che non è solo italiana. Da Bruxelles, ad esempio, arrivano le parole del commissario all’Economia Paolo Gentiloni, che chiede ai Paesi di attivare un ‘ombrello’ che aiuti a limitare i costi della transizione energetica. La Spagna ha deciso di attingere ai profitti delle società energetiche, giudicati eccessivi, provocando contraccolpi in borsa a molte utilities. La Francia, che con il nucleare avverte meno i contraccolpi del mercato, sta studiando la possibilità di ampliare i voucher, che già ora utilizzano 5,5 milioni di famiglie a basso reddito.
Palazzo Chigi, invece, punta invece ad un primo intervento per alleggerire la ‘stangata’ che potrebbe arrivare, al quale seguirebbero altri correttivi, magari nella legge finanziaria. Si parla di uno stanziamento iniziale di circa 3 miliardi di euro per frenare gli aumenti delle bollette per le famiglie italiane che scatterebbe dal primo ottobre, ma sulle cifre non ci sono conferme ufficiali.
Il governo è al lavoro, dunque, per frenare la crescita dovuta alla bolla dei prezzi delle materie prime e al costo dei certificati di emissione di CO2. Sul tavolo ci sono diverse opzioni. Una tra queste è la sterilizzazione dell’Iva relativa all’incremento tariffario ma è difficile che questo possa arrivare presto, proprio per le difficoltà tecniche di intervenire su una materia che richiede anche un confronto con l’Ue e le sue regole. Più facile che si intervenga sui cosiddetti oneri di sistema, cioè alcuni balzelli che sono all’interno delle tariffe, per il sostegno alle rinnovabili o per i costi del nucleare, che potrebbero essere spostati sulla fiscalità generale. La terza proposta prevede invece l’introduzione di un bonus per le famiglie meno abbienti sulla falsariga degli sconti su luce, gas e acqua già riconosciuti oggi ai contribuenti con una soglia Isee a 8.265 euro. Nel 2020 hanno avuto accesso all’aiuto per pagare la bolletta della luce 854.900 famiglie mentre sono 543.963 quelle destinatarie del bonus gas, per una spesa complessiva che è stata rispettivamente pari a 135 e 76 milioni di euro. Ovviamente ora si tratta di spendere molto di più. Una decisione arriverà a breve perché l’Autorità per l’Energia e il Gas deve prendere la sua decisione entro il 30 settembre.
Non è escluso che il tema possa arrivare già sul tavolo del prossimo Consiglio dei Ministri. Effettivamente, come hanno ricordato dalla Cgil «è tempo di cambiare a partire dalla struttura della bolletta elettrica che è gravata di costi non pertinenti, non legati all’energia, che ricadono tutti sulle famiglie. Lo Stato, in questi anni – sostengono – ha scaricato sulle bollette elettriche tutte le sue inefficienze». Il caro energia, del resto, è il principale imputato anche del rialzo dell’inflazione di agosto: l’Istat ha infatti spiegato oggi che a spingere i prezzi al consumo ai massimi dal gennaio 2013 sono stati per lo più i beni energetici le cui quotazioni continuano ad avere una crescita molto ampia sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata.