La stangata d’autunno non si ferma alle bollette di luce e gas, ma tocca anche i carburanti. Secondo le rilevazioni settimanali del Mite, il costo della benzina si è infatti portato ai massimi da sette anni e per un rifornimento in modalità self service è salito a 1,670 euro al litro (in rialzo di 8,58 centesimi), ovvero al livello più alto dalla fine dell’ottobre 2014, quando viaggiava in media a 1,681 euro. Sale anche il prezzo del diesel, in rialzo di 6,58 centesimi, a 1,516 euro al litro: siamo, in questo caso, ai massimi dal maggio 2019.
L’Unione dei consumatori calcola che gli aumenti sui carburanti costeranno 339 euro per la benzina e 299 euro per il diesel l’anno per ogni autovettura e chiede al governo di ridurre le accise. Preoccupata anche Coldiretti che teme «l’effetto valanga sulla spesa» considerando che l’85% dei trasporti merci, sottolinea l’associazione, avviene su strada.
Un trend che si aggiunge all’atteso rincaro di luce e gas, che dal primo ottobre – secondo quanto anticipato dal ministro Cingolani – potranno salire fino al +40% a causa dell’aumento dei prezzi dei beni energetici e in particolare del gas che alimenta la maggior parte delle centrali in Italia. Intanto, l’Agenzia internazionale dell’Energia ha chiesto alla Russia di aumentare le forniture di gas all’Europa per mitigare la crisi energetica: «Questa è anche un’opportunità per la Russia per rimarcare il ruolo di fornitore affidabile per il mercato europeo».
Una emergenza che ha portato il governo a correre ai ripari: nel Consiglio dei ministri di domani è atteso un provvedimento, dal valore probabilmente superiore ai 3 miliardi, che prevede il taglio degli oneri di sistema e un aiuto alle famiglie più in difficoltà, magari ampliando la platea dei destinatari dei bonus. Il caro-bollette e più in generale la pressione al rialzo sui prezzi avrà un riflesso anche sulla manovra di bilancio per il 2022, che il governo presenterà a metà ottobre. E che si inserirà nella cornice della Nadef, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, che dovrebbe essere approvata dal consiglio dei ministri la prossima settimana.
Se per le bollette, dunque, qualche forma di tutela delle famiglie è in arrivo, le associazioni dei consumatori chiedono che lo stesso venga fatto sul fronte carburanti. «Bisogna che il Governo intervenga non solo su luce e gas, ma anche sul caro benzina, riducendo le accise sui carburanti. Altrimenti queste tre voci rischiano di far schizzare verso l’alto l’inflazione con ripercussioni sul potere d’acquisto delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi», dice l’Unione nazionale consumatori. «Dall’inizio dell’anno, dalla rilevazione del 4 gennaio, – rileva ancora l’Unc – un pieno da 50 litri è aumentato di 11 euro e 46 cent per la benzina e di 9 euro e 88 cent per il gasolio, con un rincaro, rispettivamente, del 15,9% e del 15%. Su base annua è pari a una stangata ad autovettura pari a 275 euro all’anno per la benzina e 237 euro per il gasolio. In un anno, dalla rilevazione del 21 settembre 2020, quando la benzina era pari a 1,389 euro al litro e il gasolio a 1,267 euro al litro, un pieno da 50 litri costa 14 euro e 10 cent in più per la benzina e 12 euro e 46 cent in più per il gasolio, con un rialzo, rispettivamente, del 20,3% e del 19,7%. Un rincaro che equivale, su base annua, a una mazzata pari a 338 euro all’anno per la benzina e a 299 euro per il gasolio».