Con l’entrata in vigore della Brexit a gennaio 2021 il Regno Unito è uscito formalmente dall’Unione europea e questo ha prodotto dei cambiamenti anche sulle condizioni di viaggio. Da oggi per una vacanza a Londra o un viaggio di lavoro non basterà più la carta d’identità ma servirà il passaporto biometrico. La buona notizia, per il momento, è che per fare le vacanze nel Regno Unito e rimanerci fino a un massimo di sei mesi non c’è bisogno del visto. In futuro però non sarà più così. Il governo britannico infatti punta a introdurre un’autorizzazione digitale, simile a quella americana (Esta), entro il 2025.
Chi ha ottenuto la residenza permanente (settled) o provvisoria (pre-settled) nel Regno Unito, chi ha un permesso familiare nell’ambito dell’Eu Settlement Scheme e chi ha un permesso di lavoro frontaliero può continuare a viaggiare nel Regno Unito con la sola carta d’identità. La deroga vale anche per chi è un visitatoreS2 Healthcare o un fornitore di servizi svizzero. In teoria il principio dovrebbe valere anche per coloro che hanno fatto domanda di residenza e sono ancora in attesa di risposta. Tutte queste categorie possono continuare a utilizzare le carte d’identità nazionali per entrare nel Regno Unito almeno fino al 31 dicembre 2025. Il rischio, però, è che le compagnie aeree al momento dell’imbarco non siano in grado di distinguere chi può fare a meno del passaporto e lo chiedano a tutti indistintamente, perché i cittadini europei che hanno ottenuto la residenza non hanno alcun documento fisico che lo dimostri.
Nel Regno Unito non è neanche più valida la tessera sanitaria europea. Pertanto il governo britannico prima della partenza consiglia di acquistare polizze d’assicurazione sul viaggio che includano emergenze mediche. La patente di guida invece si può continuare a usare anche nel Regno Unito, ma bisogna dimostrare di essere assicurati. Inoltre i turisti non possono portare con sé più di 10mila sterline in contanti senza doverle dichiarare.
Un cittadino italiano o europeo può rimanere nel Regno Unito come turista per un massimo di sei mesi. In quel periodo non può svolgere un lavoro retribuito o non retribuito per un’azienda del Regno Unito o come lavoratore autonomo, chiedere sussidi pubblici, sposarsi o registrare un’unione civile. Non è inoltre possibile entrare nel Paese come turisti e rimanerci per lunghi periodi di tempo, magari in attesa di trovare un lavoro.
Chi si trasferisce nel Paese per motivi di lavoro deve avere il visto, per ottenerlo è necessario avere un’offerta di lavoro da uno sponsor riconosciuto dall’Home Office, essere in grado di parlare l’inglese al livello intermedio B1 e avere un salario annuo non inferiore alle 25.600 sterline. Sono previste delle corsie preferenziali per i lavoratori del settore sanitario e per chi ha un dottorato, soprattutto nelle materie scientifiche. Anche per studiare nelle università britanniche è necessario il visto.
Dal 4 ottobre per entrare nel Regno Unito non è invece più richiesto il test anti-Covid prima della partenza per i cittadini che hanno completato il ciclo vaccinale e provengono da Paesi della lista “ambra” di allerta intermedia, tra cui l’Italia. Resta invece l’obbligo di fare un tampone rapido due giorni dopo l’arrivo.