«Non può passare l’idea che quattro facinorosi blocchino le istituzioni». Mario Draghi ha tracciato la linea del governo dopo gli scontri durante la manifestazione No Green pass e gli assalti alla Cgil da parte di gruppi infiltrati di Forza Nuova. Per questo è pronta una stretta sui cortei con la difesa dei luoghi a rischio: nessuna limitazione a chi vuole esprimere dissenso, ma le regole dovranno impedire che la situazione degeneri, «dimostrare che lo Stato c’è e interviene per contrastare i violenti, per stroncare gli estremismi e le iniziative di chi mira a creare tensione e instabilità».
Nessuno ha potuto negare gli errori e le sottovalutazioni. Perché il dispositivo di sicurezza messo a punto in vista della manifestazione di sabato in piazza del Popolo a Roma prevedeva che i partecipanti potessero essere al massimo tremila e invece le forze dell’ordine si sono trovate a fronteggiare oltre diecimila persone, e centinaia di loro sono sfuggite al controllo. Ma anche perché molti «obiettivi sensibili» sono rimasti scoperti, nessuno ha evidentemente ritenuto indispensabile proteggere le sedi sindacali con i mezzi blindati nonostante il leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino avesse detto di voler arrivare proprio alla Cgil e minacciato dal palco: «Stasera ci prendiamo Roma».
Gli scontri di Roma hanno lasciato il segno, al Viminale e negli apparati di sicurezza. E in vista dei prossimi giorni durante i quali sono previste altre mobilitazioni no vax, il ministero dell’Interno valuta una rimodulazione nelle modalità di approccio a manifestazioni e cortei per contestare le normative per gestire la pandemia. Il capo della polizia Lamberto Giannini ha già sensibilizzato le questure «alla massima attenzione di tutte quelle aree di malcontento» che potrebbero pianificare azioni eclatanti, ma anche aggregare personaggi che mirano a fomentare le paure e le contestazioni dei cittadini. E la ministra Lamorgese ha convocato per mercoledì un comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza che servirà ad analizzare che cosa non ha funzionato sabato, ma soprattutto a fornire indicazioni per evitare che si ripetano situazioni analoghe alle forze dell’ordine e agli apparati di intelligence che hanno tra i compiti primari il monitoraggio degli ambienti più pericolosi per la sicurezza nazionale e la possibilità di portarli a termine con strumenti adeguati.
Ma hanno scosso anche la politica. Il Pd ha presentato al Senato, a prima firma Malpezzi-Parrini, una mozione in cui impegna il Governo «a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana». Un’altra mozione simile è stata presentata in Senato da Nencini (Psi) e Faraone (Iv). Il centrodestra nega il suo appoggio. Si delinea invece un asse con i Cinque Stelle. «Non possiamo accettare che nel nostro paese ci siano aggressioni di questo tipo quindi su Forza Nuova è una valutazione che affidiamo alla magistratura ma anche io ritengo che ci siano le condizioni per lo scioglimento», ha detto Giuseppe Conte davanti alla sede della Cgil a Roma. «È evidente che ci sia una volontà deliberata di condurre attacchi squadristi e questo non lo possiamo accettare».