L’Austria si prepara a decidere un nuovo lockdown se il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva aumenterà. A fronte di nuove varianti e di un numero alto di contagi misure analoghe sono state prese anche in altri Paesi europei. Dalla Romania alla Lettonia fino in Russia sembra di essere tornati in piena pandemia: ospedali vicini al collasso, boom di positivi, aumento esponenziale dei morti.
In Lettonia sono talmente preoccupati per la ripresa delle infezioni che il governo ha deciso di introdurre un nuovo lockdown fino al 15 novembre. La Lettonia è diventato così il primo Paese in Europa a re-imporre restrizioni generalizzate. La Lettonia è stata considerata a lungo uno dei paesi ad avere avuto il maggiore successo nel contenimento della pandemia con meno di 3.000 morti dall’inizio della crisi. Nel corso dell’ultima settimana tuttavia il paese ha riportato 864 casi ogni 100.000 abitanti, uno dei tassi più alti del mondo. «Il nostro sistema sanitario è in pericolo. L’unico modo per uscire da questa crisi è farsi vaccinare» ha detto lunedì sera il primo ministro, Krisjanis Karins, in una riunione di emergenza. Solo il 56% della popolazione adulta è completamente vaccinato, ben al di sotto della media Ue del 74,6%. Il governo ha imposto un coprifuoco notturno di un mese, dalle 20 alle 5, e ha chiuso le scuole e tutti i negozi non essenziali.
La situazione è critica anche nelle altre due Repubbliche baltiche di Estonia e Lituania, anch’esse alle prese con una crescita preoccupante dei contagi (oltre 1.000 casi ogni 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni).
La Romania vive la situazione più drammatica, tanto che alcuni esponenti politici hanno paragonato le condizioni sanitarie del Paese a quelle vissute dall’Italia al momento dell’esplosione della pandemia nel marzo 2020. Nell’ultima settimana sono stati segnalati oltre 104mila nuovi casi positivi e più di 2.700 decessi. Gli ospedali sono sotto pressione come non mai, tanto che alcuni malati sono stati trasferiti in Ungheria. Il presidente Klaus Iohannis ha annunciato che le scuole saranno chiuse per due settimane a partire da lunedì 25 ottobre, mentre ci sarà anche un coprifuoco notturno per le persone che non sono state vaccinate. L’uso della mascherina sarà obbligatorio ovunque.
Le cose non vanno molto meglio in Bulgaria, dove da giovedì 21 ottobre è obbligatoria la certificazione verde anti-Covid per le attività negli ambienti al chiuso. Fanno eccezione solo le farmacie, le banche, i negozi per generi alimentari, i trasporti e gli uffici pubblici. La decisione però sta provocando contestazioni, caos, tensioni e minacce di boicottaggio. Le misure contro il coronavirus sono state criticate da tutte le forze politiche, in piena campagna elettorale per le elezioni presidenziali e parlamentari anticipate del 14 novembre. Intanto i ricoveri da Covid sono aumentati del 30% nell’ultimo mese e gli ospedali di Sofia hanno sospeso gli interventi chirurgici non urgenti.
In Serbia, dove la situazione epidemiologica resta molto critica con un alto numero di contagi e decessi, il governo ha annunciato l’obbligo del pass vaccinale nelle ore serali, a partire dalle 22, per ristoranti, caffè, bar e altri locali al chiuso.
In Russia, il presidente Putin ha imposto lo stop a tutte le attività lavorative in presenza dal 30 ottobre al 7 novembre, mentre la capitale Mosca si è spinta anche oltre con la chiusura di scuole, negozi, bar, ristoranti e stadi. I teatri e musei possono continuare a funzionare tuttavia l’accesso sarà possibile solo con un limite di pubblico del 50% e con l’uso di codici QR (il green pass russo) e mascherine protettive. Solo ieri sono stati registrati ben 37.141 nuovi casi di Covid-19 e 1.064 decessi, nuovo record dall’inizio dell’epidemia.
Nel frattempo l’Austria annuncia attraverso il suo cancelliere Alexander Schallenberg nuove restrizioni. «La pandemia non è ancora alle nostre spalle, e stiamo per imbatterci in una pandemia di non vaccinati – ha detto Schallenberg – La maggior parte dei pazienti in terapia intensiva non sono vaccinati contro il Covid-19: deve essere chiaro a queste persone che hanno una grande responsabilità. Abbiamo troppi procrastinatori ed esitanti, troppi che non sono riusciti a farsi vaccinare. Vaccinatevi». In Austria, nell’ultima settimana i contagi da Covid-19 sono sensibilmente aumentati (20.408 nuovi casi in una settimana: la media a 7 giorni ha raggiunto quota 228.5 contagi per 100 mila abitanti, contro i 152,5 di una settimana prima) e al momento ci sono 220 persone in terapia intensiva. Se il numero dei pazienti in terapia intensive dovesse raggiungere quota 600, ovvero il 30% dei letti disponibili sul territorio austriaco, scatterà il lockdown che riguarderà solo persone non vaccinate, cui non sarà permesso di uscire di casa se non per ragioni specifiche. Inoltre, dal 1 novembre, per accedere sul posto di lavoro, entrerà in vigore la «regola 3G» — una sorta di Green pass — che significa «geimpft» (vaccinati), «genesen» (guariti da sei mesi) o getestet (testati).