Il clima può attendere. Il governo, alle prese con l’approvazione della Manovra, rimanderà al 2023 gli attesi provvedimenti d’imposta sulla plastica (Plastic tax) e sullo zucchero (sugar tax), come emerso dalla nota seguita all’approvazione del Documento di programmazione di bilancio. Un rinvio che arriva a pochi giorni dall’inizio della Cop26, la Conferenza sul clima che si terrà dal 31 ottobre al 12 novembre a Glasgow, in Scozia.
Dieci centesimi in più al litro, 25 per chilo nel caso di prodotti da diluire. È questo il costo, quando entrerà in vigore ormai nel 2023, dalla cosiddetta sugar tax. In base ai consumi, nelle casse dello Stato potrebbero entrare tra i 235 e i 470 milioni di euro, un tema sul quale ovviamente si scontrano due fronti opposti: da una parte le multinazionali del settore che temono perdite e ‘minacciano’ possibili ricadute occupazionali, dall’altra scienziati e medici che sperano in un effetto disencentivante di bevande a base di zucchero, tra le responsabili dell’obesità.
Stesso destino, il rinvio al 2023, per la plastic tax. Una imposta che, come disegnata nell’ultima versione, vale 45 centesimi per ogni chilo venduto di prodotti di plastica monouso. Una tassa che una lunga storia di rinvii: il provvedimento sarebbe dovuto partire già nel luglio del 2020 su richiesta dell’Unione europea. Nel 2019, l’Ue aveva approvato una direttiva per ridurre l’impatto sull’ambiente del consumo di plastica usa e getta, e a dicembre dello stesso anno l’Italia aveva approvato un’aliquota di 0,45 euro al chilogrammo di materia plastica contenuta nei Macsi (manufatti con singolo impiego).
Le due imposte da tempo ormai trovano un forte fronte contrario. Non solo la politica, con una larga fetta del Parlamento che già in passato si è opposta ad ogni tentativo di inserire le due imposte in decreti o manovre finanziarie, ma soprattutto le associazioni di categoria sono contrarie all’ipotesi di rincari. Inoltre, va ricordata la promessa del presidente del Consiglio Mario Draghi di non aumentare le tasse, non solo sulla casa, ma anche per finanziare la transizione ecologica chiesta a gran voce da Bruxelles.
Le associazioni di categoria, su tutte Confindustria e Coldiretti, hanno accolto positivamente il rinvio delle imposte. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha messo in chiaro fin dall’inizio la sua posizione, affermando che la direttiva europea su plastica monouso rischia «di uccidere la manifattura italiana». Per Coldiretti, plastic tax e sugar tax potrebbero avere un effetto troppo pesante sui costi delle imprese, che, dopo la pandemia, «sono costrette ad affrontare già pesanti rincari, dai trasporti agli imballaggi».
Sugar e plastic tax da sole ovviamente non risolvono il problema della transizione ecologica, ben più grave in Italia, ma l’impatto sull’ambiente e anche di tipo culturale delle due misure sarebbe stato un punto di inizio in vista della rivoluzione verde che anche l’Europa ci chiede per il Next Generation EU.