Novavax ha presentato una domanda di approvazione del suo vaccino contro il Covid-19 nel Regno Unito. Quella presentata all’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari britannica (Mhra) è solo la prima richiesta di regolamentazione a cui ne seguiranno altre in Europa, Canada, Australia e presso l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Al momento sono quattro i vaccini anti-Covid approvati per l’uso di emergenza dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema): il Comirnaty di Pfizer-BioNTech, lo Spikevax di Moderna, il Vaxzevria di AstraZeneca e l’Ad26.COV2.S di Johnson & Johnson. I primi due si basano sulla nuova tecnologia a Rna messaggero, gli altri sono invece a vettore adenovirale. Presto potrebbero essere approvati dalle principali autorità sanitarie anche altri vaccini basati su tecnologie differenti, come ad esempio il vaccino di Novavax NVX-CoV2373 basato su proteine ricombinanti.
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Il vaccino proposto dalla casa di biotecnologie statunitense è basato sulla tecnologia delle «proteine ricombinanti», che possono, cioè, assemblarsi per formare particelle simil-virali che inducono il sistema immunitario a produrre anticorpi. È una piattaforma di vaccini ben testata in passato e, con il SARS-CoV-2, i risultati di Fase 3 sono stati molto promettenti. Il vaccino viene somministrato in due dosi uguali a distanza di 21 giorni e conservato a temperature di frigorifero normali.
Il trial clinico di Fase 3 mostra che il vaccino ha un’efficacia comparabile a quelli a mRna (Pfizer e Moderna). Lo studio conclusivo, condotto nel Regno Unito quando la variante Alfa era prevalente e pubblicato sul New England Journal of Medicine , ha confermato un’efficacia del 96,4% contro il ceppo originario del virus, dell’86,3% contro la variante Alfa e dell’89,7% in generale. Da un’altra indagine, condotta negli Stati Uniti e in Messico, risulta il 100% di protezione contro la malattia moderata e grave e il 90,4% di efficacia totale. Il vaccino di Novavax è anche sicuro: contiene un antigene proteico purificato e non può replicarsi né causare Covid.
Sulla carta il Regno Unito ha un accordo con Novavax per 60 milioni di dosi. Nell’Ue è in vigore un accordo per 200 milioni di dosi che possono essere donate alle nazioni più povere. Gli Stati Uniti hanno acquistato 100 milioni di dosi. Il vaccino Novavax potrebbe rivelarsi pertanto estremamente importante per i Paesi a basso reddito e per Covax, il programma dell’Oms per l’accesso ai vaccini di questi Stati.
Novavax è arrivata in ritardo nella corsa al vaccino. Ma adesso l’azienda ha dichiarato che presenterà i documenti per le autorizzazioni in Europa, Canada, Australia e all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) «poco dopo la richiesta al Regno Unito». Le autorità sanitarie globali, incluso il capo dell’Agenzia europea per i medicinali, Emer Cooke, hanno affermato che mantenere un portafoglio diversificato di vaccini che utilizzano tecnologie diverse è il modo migliore per proteggersi dalle nuove varianti del coronavirus e dagli sviluppi imprevisti della pandemia. Tuttavia, numerosi Paesi del mondo occidentale hanno già completato i programmi di vaccinazione primaria e stanno iniziando con le campagne di richiamo, quindi rimane da capire come si inserirebbe l’offerta di Novavax in questo contesto.