Oltre 19 miliardi di dollari fra fondi pubblici e privati per fermare la deforestazione. Dopo la prima giornata interlocutoria alla Cop26, con l’annuncio shock dell’India dell’azzeramento delle emissioni non prima del 2070, c’è però una buona notizia. Oltre 100 Paesi al mondo, tra cui la Cina e soprattutto il Brasile di Bolsonaro, si sono impegnati a fermare la deforestazione mondiale entro il 2030. È il primo grosso accordo uscito finora dalla conferenza sul clima di Glasgow, e ha una certa rilevanza: i 100 paesi firmatari ospitano l’85% della superficie forestale terrestre, e tra di loro, oltre alle più grandi economie del mondo come Stati Uniti e Cina, ci sono anche paesi come Brasile, Russia, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo, che ospitano le più grandi foreste del mondo.
L’annuncio, dopo tanto pessimismo, regala una nota finalmente positiva dalla Cop26. Perché le foreste riducono l’impatto delle emissioni e quindi, con questo accordo, le limiteranno parzialmente. Anche se l’impegno dei grandi della terra è stato accolto comunque con un certo scetticismo da molti attivisti per l’ambiente, perché nonostante i buoni propositi non è vincolante e non prevede sanzioni per chi non lo rispetta. In passato, altri accordi internazionali avevano proposto obiettivi simili sulla deforestazione ma, senza mezzi coercitivi, non erano stati in grado di bloccare davvero il fenomeno, che anzi si è esteso in molti paesi.
«È un accordo cruciale – commenta il primo ministro britannico Boris Johnson -per proteggere la natura. Abbiamo protetto i polmoni del mondo». I 100 paesi firmatari, tra cui anche l’Italia, hanno promesso di stanziare 12 miliardi di dollari per promuovere politiche che fermino la deforestazione, a cui si aggiungono 7 miliardi promessi da società private. Di questi fondi, 1,7 miliardi saranno usati per sostenere le popolazioni indigene. Trenta grosse istituzioni finanziarie, che gestiscono asset per 9.000 miliardi di dollari, hanno inoltre annunciato che entro il 2025 rinunceranno completamente a sostenere business che in qualche modo possano essere dannosi per le foreste.
La deforestazione contribuisce in maniera importante al cambiamento climatico e priva il pianeta di ecosistemi fondamentali per la biodiversità. L’accordo prevede tutta una serie di propositi per fermare la deforestazione e incentivare pratiche più sostenibili per l’agricoltura e il sostentamento delle popolazioni le cui condizioni di vita dipendono dalle foreste. Oggi il grosso delle foreste viene abbattuto o bruciato per far spazio a coltivazioni o aree di allevamento intensivo. Inoltre, un gruppo di 28 paesi ha poi preso impegni più specifici, e ha annunciato che eliminerà l’utilizzo della deforestazione dalle pratiche agricole e commerciali per la produzione di olio di palma, soia e cacao, che sono alcune delle colture maggiormente responsabili del fenomeno.