Dopo aver rilasciato uno dei primi vaccini anti-Covid, Pfizer ha sviluppato un farmaco antivirale orale contro il coronavirus, Paxlovid, che sarebbe in grado di diminuire il rischio di morte e ospedalizzazione fino all’89% nei soggetti più fragili. L’azienda ha detto che un board indipendente di esperti che monitorava il trial del farmaco ha consigliato di fermare lo studio prima della fine prevista per via dell’efficacia dimostrata dai dati nel prevenire la forma grave del Covid-19.
Era accaduto lo stesso con la pillola prodotta da Merck. Il reclutamento dei volontari era stato sospeso per manifesta superiorità del farmaco rispetto al placebo. Con l’emersione dell’attuale coronavirus, come molte altre aziende farmaceutiche anche Pfizer aveva avviato studi e sperimentazioni per trovare un farmaco antivirale per tenere sotto controllo il virus e aveva rispolverato alcuni vecchi progetti avviati durante l’epidemia di Sars, il cui coronavirus ha diverse cose in comune con l’attuale, e che erano stati poi abbandonati quando quella malattia era stata contenuta. La sperimentazione era stata poi avviata un anno fa, seguita da un test clinico per valutare l’efficacia del farmaco avviato tra luglio e settembre, quando la più contagiosa variante delta si stava diffondendo in diverse aree del pianeta.
Il test ha coinvolto 1.200 adulti tra Stati Uniti e altri paesi, che hanno ricevuto o il Paxlovid o una sostanza placebo, dopo essere risultati positivi al coronavirus. I partecipanti non erano vaccinati e avevano almeno una caratteristica che li faceva rientrare tra i soggetti a rischio: essere anziani oppure avere una malattia come il diabete. Nel gruppo dei volontari che hanno assunto il Paxlovid entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi, il farmaco ha prevenuto le forme gravi di Covid-19 nell’89% dei casi rispetto al gruppo di controllo con il placebo. Una percentuale molto alta, che si riduce all’85% se si comprendono i contagiati che avevano assunto il farmaco a quattro-cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi.
Il trattamento sperimentato da Pfizer consiste nell’assunzione di 30 compresse in cinque giorni tra Paxlovid e Ritonavir, un altro farmaco antivirale sviluppato tempo fa contro l’Hiv.Secondo l’azienda farmaceutica, l’assunzione di questo secondo medicinale consente al Paxlovid di rimanere attivo più a lungo nell’organismo portando a migliori risultati.
È una terapia antivirale con inibitore della proteasi Sars-CoV-2, che agisce su un enzima di cui il virus ha bisogno per replicarsi, rallentando appunto il processo di proteasi. Come tutti gli antivirali, diffusi nella cura dell’influenza, è progettato per essere assunto in via orale e tempestivamente, in modo che possa essere prescritto al primo segno di infezione o di esposizione al Covid. Come il farmaco sviluppato da Merck, anche Paxlovid può essere essere assunto a casa, senza la necessità di assistenza medica come nel caso delle terapie con gli anticorpi monoclonali.