Mentre l’Europa cerca di fermare i flussi migratori estendendo il regime delle sanzioni nei confronti della Bielorussia, la Polonia annuncia la costruzione di un muro. Una decisione permessa dai trattati dell’Ue, anche se Bruxelles ha ribadito che non ci sarà alcun finanziamento europeo all’opera. «Sarà una barriera lunga 180 chilometri, alta 5,5 metri e verranno utilizzate le soluzioni più modern», ha detto il ministro dell’Interno di Varsavia Mariusz Kaminski.
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I lavori partiranno entro la fine del 2021. Infatti il governo polacco ha intenzione di stipulare i primi contratti con le ditte incaricate entro e non oltre il 15 dicembre. Una volta definito il quadro burocratico, nel giro di pochi giorni partiranno i lavori. Gli operai, hanno fatto sapere sempre da Varsavia, divideranno il lavoro in tre turni e i cantieri saranno aperti 24 ore su 24. L’obiettivo è rendere operativo il muro lungo il confine entro il mese di giugno del 2022.
Per quanto riguarda i costi invece, la spesa da parte della Polonia dovrebbe aggirarsi intorno ai 353 milioni di Euro. Non è al momento dato sapere se la cifra sarà interamente a carico di Varsavia oppure verrà in parte condivisa con Bruxelles. Ad ogni modo, il costo dell’opera non sembra spaventare il governo polacco. «Si tratta di un investimento assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini» ha dichiarato il ministro dell’Interno Kaminsky. Del resto l’idea di costruire un muro con la Bielorussia non è arrivata nelle ultime ore. Al contrario, già un mese fa il parlamento di Varsavia aveva approvato una mozione favorevole alla nuova barriera. L’intensificarsi della crisi dei migranti ha poi spinto il governo ad accelerare l’iter attuativo.
La Polonia sul fronte dell’immigrazione ha avuto sempre una posizione in linea con il cosiddetto Gruppo Visegrad, di cui fa parte. Varsavia quindi si è storicamente opposta all’accoglienza di nuovi migranti e alla suddivisione in quote tra i Paesi dell’Ue. Una posizione poi divenuta più rigida a partire dalla scorsa primavera, quando sulla scena migratoria si è affacciata l’apertura del nuovo fronte bielorusso. In risposta agli screzi tra Bruxelles e Minsk, acuiti poi dopo l’arresto delle autorità bielorusse di una giornalista fermata su volo diretto in Lituania, il presidente Lukashenko ha iniziato a far affluire centinaia di migranti verso i confini con la Polonia e la Lituania. Migliaia di persone hanno già varcato le frontiere. Nelle ultime settimane le situazione è degenerata, con Varsavia che ha deciso l’invio di dodicimila soldati e ha chiesto l’aiuto della Nato. La costruzione del muro è in linea dunque con la volontà della Polonia di porre definitivamente freno alla nuova rotta migratoria.