Più si fa concreto il rischio di abbandonare il bianco per approdare in zona gialla, più monta il pressing delle regioni alle prese con una crescita dei contagi per mettere in campo restrizioni per chi ha deciso di non vaccinarsi, come è accaduto in Austria. Una strategia che punta a scongiurare l’applicazione di regole generali in caso di passaggi in zona gialla o arancione per l’eventuale aumento dei contagi. La richiesta arriva, in particolare, da amministrazioni di centrodestra.
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Ma il governo per ora frena: «Non è allo studio nessuna stretta sul modello austriaco per i non vaccinati». Al di là del confine, viene spiegato da fonti dell’esecutivo, ha poco meno di 10 milioni di abitanti e i casi sono circa 12mila al giorno: «È come se noi viaggiassimo su 72mila nuovi contagi nelle 24 ore». Mentre lunedì in Italia i nuovi casi sono stati 5.144, con picchi in settimana scorsa da 8.500. La pressione su area medica è terapie intensive, viene ribadito, «è un po’ più alta in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Bolzano ma non sta schizzando verso l’alto».
Una linea condivisa dal leader della Lega Matteo Salvini: «L’Italia non ha i numeri (ben più preoccupanti) dell’Austria, il sistema sanitario regge, la durata del Green Pass non cambia. L’obiettivo è evitare nuove restrizioni, fermo restando la massima attenzione per la tutela della salute», fanno sapere fonti della Lega.
Tra le regioni a chiedere l’applicazione in Italia del modello Austria ci sono anche governatori leghisti. «Se ci sono restrizioni siano per tutti tranne che per i vaccinati», ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a margine di un convegno della Fondazione Italia in Salute a Roma. «Il vaccino funziona e limita i rischi – ha aggiunto -, noi dobbiamo avere fiducia nella scienza e combattere contro le menzogne, i vaccinati che vanno in ospedale sono anziani o immunodepressi. Per questo è fondamentale la dose booster».
Le prime a muoversi in questa direzione sono state infatti il Friuli Venezia Giulia e la Liguria. La prima, se si guarda agli ultimi dati disponibili, è a un passo dalla zona gialla con oltre 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti e i ricoveri in terapia intensiva oltre la soglia del 10% (siamo al 13%). «Chiederemo al Governo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto», ha annunciato Giovanni Toti, governatore della Liguria. «Se qualcuno deve essere convinto sono coloro che non si sono vaccinati – ha aggiunto Toti -, le misure che devono essere prese, lo devono essere solo per i non vaccinati, non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere».
A stretto giro si sono allineate anche Lombardia, Piemonte e Calabria. «Non possiamo pensare a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune». Così ha scritto su Fb il presidente della Lombardia Attilio Fontana, riferendosi agli «oltre 8 milioni di lombardi che hanno con convinzione e senso di responsabilità aderito alla vaccinazione» contro il Covid. Sulla stessa linea il governatore del Piemonte, Alberto Cirio: «Se ci saranno nuove restrizioni, queste non potranno essere pagate da coloro i quali si sono vaccinati, perché sarebbe una ingiustizia profonda. Chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata».