La nuova variante è in Europa. Almeno un caso, individuato in Belgio: una giovane donna, non vaccinata, in arrivo dall’Egitto, attraverso la Turchia. E fa paura. All’Italia, che cerca di tenerla lontana bloccando l’ingresso a chi negli ultimi quattordici giorni abbia soggiornato in Sudafrica e negli altri che ne sono stati investiti. E all’Unione europea che, tramite la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, invoca un aggiornamento dei vaccini «come da contratti con i fornitori».
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L’Oms che ha esaminato i dati disponibili sul mutante, l’ha classificata come «preoccupante». Il gruppo di esperti incaricato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità di monitorare l’evoluzione della pandemia ha affermato: «La variante B.1.1.529 è stata segnalata per la prima volta all’Oms dal Sudafrica il 24 novembre 2021. Questa variante ha un gran numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti». Secondo il panel di esperti, con la variante Omicron «prove preliminari suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione». Intanto i governi prendono le contro misure: non si contano i Paesi – tra gli altri i 27 Ue, gli Usa, il Canada, la Gran Bretagna, Israele- che hanno imposto restrizioni di viaggio al Sudafrica e ai Paesi limitrofi, Botswana, Lesotho, Namibia, Malawi, Zimbabwe, Zambia ed Eswatini.
C’è paura per la diffusione della variante Omicron in Italia. Così il ministero della Salute è corso subito ai ripari, emanando un’ordinanza che regolamenta gli spostamenti da e per il Sudafrica. Come si legge nel testo dell’ordinanza, in vigore fino al 15 dicembre, sono vietati l’ingresso e il transito nel territorio nazionale alle persone che nei quattordici giorni antecedenti «hanno soggiornato o transitato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia ed Eswatini», a eccezione dei cittadini italiani che abbiano la residenza anagrafica in Italia da una «data anteriore all’ordinanza», insieme ovviamente ai figli minori, al coniuge, e «a condizione che non manifestino sintomi da Covid-19».
Per rientrare in Italia, però, dovranno presentare al vettore, al momento dell’imbarco e a chiunque è deputato a effettuare controlli, il Passenger Locator Form in formato digitale, stampato o sul cellulare; un test molecolare (con risultato negativo) effettuato nelle 72 ore precedenti all’ingresso nel territorio nazionale, un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, «al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine». In caso di test molecolare o antigenico, il «soggetto è tenuto all’isolamento fino all’esisto dello stesso». Previsto, infine, l’isolamento fiduciario «presso l’indirizzo indicato nel Passenger Locator Form per un periodo di 10 giorni» oltre all’obbligo di effettuare un ulteriore test molecolare al termine dei 10 giorni di isolamento.