Cambiano le regole per i tatuaggi e per i tatuatori. La data è il 4 gennaio 2022. Da quel giorno entreranno in vigore norme europee più stringenti per quanto riguarda i pigmenti per tatuaggi e trucchi permanenti. Misure che sono state decise per dare indicazioni più chiare sulle sostanze che si possono impiegare per tatuare la pelle, cercando di mettere ordine in un ambito finora poco normato e con non pochi rischi per la salute.
Negli ultimi giorni numerosi giornali hanno pubblicato articoli con titoli come «L’Ue vieta i tatuaggi a colori», descrivendo il provvedimento dell’Unione Europea che regolamenta il settore. In realtà le nuove regole sono note da tempo: dalla fine del 2020 dopo un lungo processo di revisione sugli inchiostri dei tatuaggi è stata decisa la messa al bando di alcune sostanze, lasciando quindi ai produttori un anno di tempo per adeguarsi e modificare le tipologie di pigmenti utilizzati. Sembra però che questa fase di adeguamento sia piuttosto indietro.
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Per provare a mettere un po’ di ordine nel settore, nel 2003 e nel 2008 il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa aveva prodotto due risoluzioni non vincolanti contenenti indicazioni sulla composizione dei prodotti da usare per i tatuaggi, compresa una lista di sostanze da non utilizzare o da impiegare a concentrazioni molto basse. Le risoluzioni erano state recepite da alcuni stati europei per produrre leggi nazionali che regolamentassero il settore, ma non dall’Italia.
Considerata la situazione variegata tra gli stati membri e i rischi concreti legati all’utilizzo di alcune sostanze nei colori dei tatuaggi, nel 2015 la Commissione europea incaricò l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di fare una revisione scientifica e tecnica della situazione, valutando i tipi di inchiostri utilizzati e l’opportunità di consigliare o meno l’introduzione di limitazioni al loro impiego per motivi di sicurezza per la salute. Il lavoro di centinaia di esperte ed esperti ha richiesto quasi cinque anni per una revisione degli inchiostri impiegati e delle sostanze contenute, con ulteriori analisi delle ricerche disponibili sugli eventuali effetti sul nostro organismo.
Alcuni componenti che danno agli inchiostri il loro colore potrebbero infatti causare reazioni per la pelle, da lievi e transitorie a più gravi. Alcune sostanze sono per esempio note per fare aumentare il rischio di sviluppare particolari forme di tumore, oppure essere tossiche per la riproduzione (causando effetti nocivi per la funzione sessuale e la fertilità, per esempio, oppure nello fase dello sviluppo per i più giovani).
Partendo da queste controindicazioni, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha elaborato gli approcci da consigliare alla Commissione europea, che ha adottato le restrizioni alla fine del 2020 dopo una consultazione con gli stati membri. Le regole non sono quindi una novità come sono state descritte su alcuni giornali: erano state approvate da diverso tempo e semplicemente entreranno pienamente in vigore con l’inizio del 2022.
Le regole europee per i tatuaggi, che si applicano anche ai trucchi permanenti, decise alla fine di questo processo stabiliscono in primo luogo che se una sostanza non può essere impiegata nei cosmetici allora non può nemmeno essere utilizzata negli inchiostri per tatuarsi. Dicono inoltre che devono essere evitate le sostanze cancerogene e tossiche, mentre per quelle su cui non ci sono dati sufficienti per stabilire una soglia è prevista una quantità molto bassa, pari allo 0,1% (nei prodotti finiti).
È stato stimato che con queste regole sia vietato o fortemente limitato l’impiego di oltre 4mila sostanze. In questo momento l’unica eccezione fatta dall’Ue è legata ai pigmenti blu e al verde, perché per queste due tonalità non esistono dei pigmenti alternativi a differenza del rosso, l’arancione e il giallo. La stretta per blu e verde potrebbe arrivare comunque nel 2023. Le regole non vietano insomma i tatuaggi a colori, ma chiedono che gli inchiostri colorati siano realizzati limitando l’uso di sostanze rischiose per la salute e introducono norme più chiare, a tutela sia degli operatori sia di chi vuole farsi un tatuaggio.