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Vent’anni di euro: risultati e sfide della moneta unica

Sulla scia dell’espansione del mercato unico, la valuta è diventata uno dei risultati più tangibili dell’integrazione europea. E adesso si prepara a un restyling

Giusy Bottari di Giusy Bottari
Gennaio 2, 2022
in Economia
Tempo di lettura: 3 mins read
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Vent’anni di euro: risultati e sfide della moneta unica

Sono passati vent’anni dal giorno in cui circa 300 milioni di europei hanno tenuto in mano per la prima volta l’euro. Da Roma a Helsinki, i cittadini hanno potuto ritirare le banconote in euro presso gli sportelli automatici, fare la spesa pagando con monete in euro e viaggiare all’estero senza cambiare valuta. Il passaggio da 12 monete nazionali all’euro è stato un’operazione senza precedenti: ha cominciato a prendere forma all’inizio degli anni Novanta, è stato introdotto il primo gennaio 1999 come moneta virtuale, utilizzata dalle banche e dai mercati finanziari, ma per la maggior parte delle persone è diventata una vera e propria moneta il primo gennaio 2002, quando banconote e monete sono entrate in circolazione in dodici paesi europei, tra cui l’Italia.

LEGGI ANCHE: Uscire dall’euro per riconquistare la sovranità monetaria. Cosa accadrebbe in Italia?

I primi passi verso l’euro furono compiuti nel 1988 quando l’allora presidente della Commissione Ue, il francese Jacques Delors, europeista e uno dei padri dell’Unione, mise in piedi un comitato ad hoc i cui lavori gettarono le basi per il trattato di Maastricht, firmato nella cittadina olandese nel 1992 dopo duri negoziati e che costituì le fondamenta della moneta unica europea. In particolare, il trattato fissava i parametri di finanza pubblica richiesti ai paesi che avessero voluto adottare la moneta unica. Sono le famose regole del 3% del Pil come soglia massima di deficit e del 60% come limite per il debito. Già all’epoca l’Italia e il Belgio eccedevano quest’ultima cifra, tuttavia visto il peso geopolitico del paese, membro fondante della Comunità europea per Roma fu disposta una deroga con l’impegno a riportare gradualmente il debito al di sotto del 60%.

La Francia di François Mitterand ottiene la promessa che la moneta unica diventi realtà non più tardi del 1999. La Germania, restia ad abbandonare il suo marco, ottiene in garanzia una banca centrale disegnata sul modello della Bundesbank tedesca con la lotta all’eccessiva inflazione come compito principale. La Bce diventa operativa nel 1998 e il primo gennaio 1999 viene lanciato l’euro come moneta ufficiale di 11 Paesi (Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Finlandia e Austria). Nel 2001 si aggiunge la Grecia e da Atene partirà nel 2009 la crisi più grave che la moneta unica ha dovuto attraversare nei suoi primi 20 anni. Il primo gennaio 2002 vengono messe in circolazione le banconote e monete in euro, e ritirate le valute nazionali. Da allora si sono aggiunti alla moneta unica Slovenia (2007), Cipro e Malta (2008), Slovacchia (2009) e poi Estonia (2011), Lettonia (2014) e Lituania (2015).

L’euro è stato accolto dagli europei con buon entusiasmo, nonostante la paura dell’inflazione e dell’arrotondamento dei prezzi al rialzo. È successo anche in Italia: l’euro valeva 1.936 lire, e abituarsi alla nuova moneta e al nuovo calcolo ha richiesto molti mesi, l’aiuto dei convertitori, doppi prezzi esposti e molti casi di prezzi maggiorati. Ma sulla scia dell’espansione del mercato unico, l’euro è diventato uno dei risultati più tangibili dell’integrazione europea insieme alla libera circolazione delle persone, al programma di scambio di studenti Erasmus e all’abolizione dei costi di roaming all’interno dell’Ue. Dopo il grande entusiasmo degli inizi, l’euro è cresciuto fino a diventare la seconda valuta più utilizzata al mondo.

Quando l’euro ha raggiunto i dieci anni d’età, gli Stati membri e le istituzioni europee si sono resi conto del fatto che la sua architettura non era stata originariamente concepita per rispondere alla crisi finanziaria globale e dalla successiva crisi del debito sovrano. Ne sono conseguiti la riforma del quadro di governance dell’area dell’euro, l’istituzione di un meccanismo comune di sostegno per i paesi in difficoltà finanziaria e un sistema di vigilanza comune per le banche europee: si è riconosciuto in tal modo che la soluzione doveva essere ricercata nel rafforzamento del coordinamento e dell’integrazione.

Queste prime crisi hanno consentito all’euro di maturare e di rafforzare il suo ruolo internazionale. Oggi l’euro è la moneta di oltre 340 milioni di persone in 19 Stati membri dell’Ue, ai quali nei prossimi anni se ne aggiungeranno altri. Nel 2024 è previsto il restyling dell’euro. Nelle scorse settimane la Bce ha avviato la consultazione per ottenere la collaborazione dei cittadini per il nuovo disegno.

Tags: Banca Centrale EuropeaBceEuroMoneta unica
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