Non si ferma il caro bollette. L’Arera, l’autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha comunicato i nuovi prezzi per i consumatori in tutela nel primo trimestre 2022. Dal primo gennaio l’aumento della bolletta dell’elettricità per la famiglia tipo in tutela sarà del +55%, mentre per quella del gas del +41,8%.
Aumenti che scattano «malgrado gli interventi» del governo, spiega l’Autorità, precisando che gli incrementi record delle materie prime «avrebbero portato ad un aumento del 65% della bolletta dell’elettricità e del 59,2% di quella del gas». In termini di effetti finali, per la bolletta elettrica la spesa per la famiglia-tipo nell’anno compreso tra il 1° aprile 2021 e il 31 marzo 2022, sarà di circa 823 euro. Con una variazione del +68% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° aprile 2020 – 31 marzo 2021), corrispondente a un incremento di circa 334 euro/anno.
L’aumento delle bollette di luce e gas, oltre ad aggravare la spesa energetica delle famiglie, provocherà una ondata di rincari di prezzi e tariffe a danno dei consumatori. E a temere gli effetti dell’impennata dei prezzi sono anche le imprese, mettendo a rischio anche migliaia di posti di lavoro.
Nel corso del 2022 attività produttive, negozi e imprese, infatti, dovranno adeguare i propri listini al pubblico per sostenere i maggiori costi energetici a loro carico e non fallire, scaricando i rincari di luce e gas su prezzi e tariffe, spiega il Codacons. Gli aumenti delle bollette di luce e gas manterranno l’inflazione attorno al 3% nel corso del 2022, causando una stangata per gli italiani pari in media a +1.197 euro annui a famiglia. Una situazione particolarmente pericolosa perché, a fronte dell’ondata di rincari in arrivo, le famiglie reagiranno contraendo i consumi, «con immensi danni per l’economia nazionale».
Più sostenuta l’accelerazione dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +3,1% a +3,7%). Crescono anche i prezzi al consumo per divisioni di spesa di beni irrinunciabili: Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da +11,4% a +14,1%) e Trasporti (da +8,7% a +10,5%).
Si segnala in rialzo anche il settore alimentare su cui, oltre all’aumento dei costi di produzione e trasporto, incidono anche le forti tensioni sul mercato delle materie prime ed i maggiori costi degli imballaggi, il rincaro dei mangimi e dei concimi.
La Cgia di Mestre stima che nei primi 6 mesi del 2022 il caro-energia possa mettere a rischio, almeno con la sospensione temporanea, 500mila posti di lavoro in Italia. Con variazioni annue delle tariffe che in alcuni comparti rischiano di raggiungere il +250%. Secondo gli Artigiani, molte aziende del vetro, della carta, della ceramica, del cemento, della plastica, della meccanica pesante, dell’alimentazione, della chimica, potrebbero essere costrette a fermare la produzione, perché non in grado di far fronte all’aumento esponenziale dei costi fissi.