Mentre in Cile è iniziata la somministrazione della quarta dose di vaccino contro il coronavirus (il primo paese era stato Israele), l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) avverte «non possiamo continuare con booster ogni 3-4 mesi». «Non abbiamo ancora dati sulla quarta dose per poterci esprimere, ma ci preoccupa una strategia che prevede di andare avanti con le vaccinazioni a distanza di poco tempo», ha chiarito il capo della strategia vaccinale dell’Ema, Marco Cavaleri.
«Ovviamente quando si tratta di vulnerabili, e persone immunodepresse, è un caso diverso e per loro la quarta dose più essere considerata già da ora», ha aggiunto Cavaleri. “Sta emergendo il confronto su una seconda dose di richiamo (quarta dose) con gli stessi vaccini attualmente in uso. Non sono stati ancora generati dati a sostegno di questo approccio. Tuttavia mentre l’uso di una quarta dose potrebbe essere considerato parte di una piano di contingenza, le vaccinazioni ripetute a breve tempo di distanza non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine».
«Gli antivirali orali ed endovenosi come Paxlovid e Remdesivir mantengono la loro efficacia contro la variante Omicron e possono aiutare a limitare il carico di malattia associato a questa variante», ha spiegato Cavaleri. La variante Omicron, altamente trasmissibile, è comparsa alla fine dello scorso anno e ora si sta diffondendo velocemente lungo in Europa, tanto che presto potrebbe diventare «dominante».
Sembra che Omicron causi meno gravi malattie rispetto alla Delta. «Gli studi da Sudafrica, Gran Bretagna e da alcuni Paesi europei mostrano che il rischio di essere ricoverato dopo il contagio con Omicron è di circa la metà rispetto alla variante Delta. La situazione epidemiologica nell’Unione europea continua a essere molto preoccupante. Assistiamo a un rapido aumento dei casi in tutti gli Stati membri, la situazione è largamente guidata dalla circolazione della variante Delta e la rapida diffusione della variante Omicron in diversi Paesi».
Secondo gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la variante Omicron dovesse continuare a diffondersi con questi ritmi, nel giro di due mesi la metà degli europei sarà contagiata. «A questo ritmo, l’Institute for Health Metrics and Evaluation prevede che oltre il 50% della popolazione della regione sarà infettata da Omicron entro le prossime 6-8 settimane», ha detto Hans Kluge, presidente dell’Oms. Per l’Oms servirebbero dei vaccini nuovi per fronteggiare la variante Omicron: «Sono necessari e andrebbero sviluppati vaccini contro il Covid-19 che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte». Dichiarazioni, quelle degli esperti, che lasciano trapelare come la terza dose non basti per scongiurare la diffusione del contagio.