È arrivato il momento di trattare il Covid non più come una pandemia ma come un’endemia con la quale convivere senza più misure troppo limitanti e condizioni di emergenza? Per gran parte dei Paesi europei la risposta è sì. Dal Regno Unito alla Spagna, dal Portogallo alla Francia, i governi stanno studiando un piano per un graduale ritorno alla normalità e trattare il Covid come una normale influenza. Mentre l’Italia va controcorrente: a partire dal 1° febbraio 2022 nella maggior parte dei negozi e degli esercizi commerciali si potrà entrare soltanto con il Green pass.
A guidare il fronte di chi guarda già all’endemia è il Regno Unito con il suo premier Boris Johnson che punta a lasciarsi alle spalle l’incubo Covid, eliminando a partire dal 27 gennaio le ultime restrizioni: come lo smart working, l’obbligo di mascherine ovunque e il Green pass vaccinale introdotto un mese fa solo per gli ingressi alle discoteche e agli eventi di massa.
Una strategia che vuole fare propria anche la Spagna. «Andiamo verso endemia, è ora di cambiare approccio», ha detto nei giorni scorsi il premier spagnolo Pedro Sanchez. Che vuole convincere ora anche l’Europa: «Dobbiamo valutare l’evoluzione del Covid dalla situazione di pandemia vissuta finora verso quella di una malattia endemica». Secondo il primo ministro spagnolo, la direzione da seguire è quella di monitorare l’evoluzione del Covid in modo simile a quanto si fa con l’influenza comune e per questo sta lavorando a un piano con le Regioni.
Se il premier spagnolo Pedro Sanchez punta ad aprire il dibattito a livello europeo, strategie simili sono allo studio in Portogallo e cominciano a prendere piede in Francia. Il primo ministro francese Jean Castex ha preparato il calendario della graduale revoca delle restrizioni: dal 2 febbraio dovrebbe cadere l’obbligo della mascherina all’aperto, dal 16 febbraio dovrebbero riaprire le discoteche. Il Paese nei giorni scorsi ha toccato quasi mezzo milione di nuovi casi su base giornaliera. Ma a rassicurare sono i dati relativi ai ricoveri in terapia intensiva, tutto sommato sotto controllo se si paragona la situazione attuale ai capitoli precedenti della lotta alla pandemia. Le ospedalizzazioni odierne sono inferiori a quelle di un anno fa, quando i nuovi casi giornalieri erano “appena’” 23 mila, e il tasso di occupazione delle terapie intensive è in calo nonostante l’inarrestabile impennata dei contagi. Di qui l’attesa per l’annuncio del governo che, secondo quanto riportano le indiscrezioni, potrebbe intervenire sul numero massimo di persone autorizzare negli spazi chiusi e dare maggiore flessibilità su altre norme di distanziamento, consentendo anche a tanti francesi di tornare a lavorare in presenza.
Un allentamento delle restrizioni si sta verificando anche in Spagna, dove però spetta alle comunità autonome, l’equivalente delle regioni italiane, attivarsi per alleggerire le norme sul distanziamento sociale. Le prime a intervenire, come ha riportato El Pais, sono state le amministrazioni della Catalogna e della Cantabria. Quest’ultima ha deciso addirittura di mettere nel cassetto il pass vaccinale per entrare in diversi luoghi pubblici, mentre il governo di Barcellona si è per ora limitato a revocare il coprifuoco ancora in vigore nella regione. Anche nella penisola iberica quello che tranquillizza le autorità è «la tensione ospedaliera relativamente contenuta». «A febbraio 2021 i ricoverati con Covid in terapia intensiva erano più di 4.800, mentre oggi sono “appena” 2.200», riporta El Pais.
Diversa la situazione in Italia. È arrivata la firma del presidente del Consiglio Mario Draghi sull’atteso Dpcm legato al decreto Covid del 5 gennaio con la lista delle attività considerate essenziali accessibili senza Green pass base. Nell’elenco dei negozi in cui sarà possibile entrare dal primo febbraio anche in assenza di un tampone negativo o delle vaccinazioni anti-Covid non compaiono i tabaccai e le edicole, su cui nel governo si è a lungo dibattuto nelle ultime ore. Salta all’ultimo anche l’esenzione dal Green pass per poter ritirare la pensione negli uffici postali. Nella bozza finora circolata, la norma considerava tra le «esigenze essenziali e primarie» anche quelle «indifferibili e urgenti connesse alla riscossione, presso gli sportelli di Poste italiane Spa e degli istituti di credito abilitati, di pensioni o emolumenti comunque denominati non soggetti ad obbligo di accredito». Quindi per ogni tipo di servizio richiesto negli uffici postali sarà indispensabile esibire il certificato verde. Nei luoghi in cui sono in vendita comunque altri prodotti non essenziali, come i centri commerciali in cui ci sono negozi di abbigliamento, per esempio, oltre che i supermercati, saranno effettuati controlli a campione. Resterà quindi obbligatorio esibire il certificato verde in attività come librerie o negozi di giocattoli, lavanderie, cartolerie e ferramenta, che nel primo lockdown erano state considerate attività essenziali ed erano perciò rimaste aperte.