Prima la Danimarca, poi la Norvegia, adesso la Francia. Si allunga l’elenco dei Paesi europei che nonostante la diffusione di Omicron stanno decidendo di allentare le misure anti Covid, tornando ad una sorta di normalità pre-pandemica, complice la minore aggressività della variante Omicron, nonostante la sua elevata contagiosità.
Dal primo febbraio in Danimarca il Covid non è più «una malattia socialmente critica». È quanto ha dichiarato il governo di Copenaghen che ha poi annunciato la fine di tutte le restrizioni anti-contagio per la prima volta in Europa: non sarà più obbligatorio indossare mascherine su mezzi pubblici e nei luoghi al chiuso, e avere il Green pass per entrare in discoteche, caffè, autobus e ristoranti. Riaprono anche i locali notturni. Le autorità continuano comunque a raccomandare l’uso della mascherina negli ospedali, nelle strutture sanitarie e nelle case di cura. Resta solo l’obbligo di tampone per chi entra nel Paese dall’estero e non è vaccinato o proviene da un paese non Ue.
La Norvegia revoca con effetto immediato la maggior parte delle misure anti-Covid in considerazione del fatto che la diffusione dei contagi al momento non sta mettendo a rischio la tenuta del sistema sanitario. I ristoranti tornano a servire alcolici dopo le 23, lo smart working non sé più obbligatorio nei settori in cui era previsto e viene rimosso anche l’attuale limite di 10 persone per gli incontri in abitazioni private. Rimane invece la raccomandazione al mantenimento del distanziamento sociale, con le persone che dovranno indossare le mascherine e tenersi ad almeno un metro dagli altri.
Anche la Francia prova a voltare pagina. Dopo una delle ondate Covid più onerose sul fronte dei contagi e delle perdite di vite umane, il Paese decide per un allentamento delle misure per il contenimento delle infezioni. Ieri sono scattate le misure di alleggerimento che vedono il Paese tornare a condizioni di normalità crescente. Abolito da subito l’obbligo di mascherine all’aperto, si può tornare a camminare per strada con il volto scoperto. Resta in piedi, come al solito, la clausola del buon senso e dunque la «raccomandazione» di indossarla in caso di assembramento o comunque quando non è possibile il rispetto del distanziamento fisico. Attesissime da chi opera nel mondo delle manifestazioni culturali e sportive anche le regole per gli ingressi del pubblico agli eventi. Ma non è contemplato più alcun limite di accesso e di numero per capienza negli stadi e in tutti i luoghi della cultura, e dunque nei cinema, nei teatri e nelle sale da concerto. Buone notizie anche per gli imprenditori del divertimento: tra due settimane esatte, discoteche e sale da ballo potranno tornare a popolarsi dopo la lunga chiusura totale, cominciata lo scorso 10 dicembre. Per quanto riguarda invece le modalità di lavoro alle quali il governo francese è dovuto ricorrere per contenere il numero dei contagi, i cittadini francesi potranno finalmente scegliere in autonomia: lo smart working non sarà più obbligatorio per 3 o 4 giorni a settimana ma solo raccomandato in linea generale.
Allentamento delle restrizioni anche in Spagna. Torna la movida in Catalogna: i locali notturni potranno riaprire dall’11 febbraio. Lo ha deciso il governo in virtù del miglioramento dei dati epidemiologici. Verrà anche eliminato il requisito del Green pass valido per l’accesso ai locali. Secondo la stampa iberica, il Green pass viene anche meno per la maggior parte dei locali nei Paesi Baschi, comunità autonoma del Nord. Alcuni media affermano che dovrebbe rimanere in vigore solo per i locali notturni o per i ristoranti con più di 50 clienti.
In Austria è terminato il 31 gennaio il lockdown per i non vaccinati, ma per loro restano vietate molte attività. Ma è previsto un allentamento delle misure anti-Covid dal 5 febbraio. Il coprifuoco per i locali slitta dalle ore 22 alle 24 e viene alzato il tetto di persone ammesse agli eventi (da 25 a 50). II 19 febbraio cadrà l’obbligo di Super Green Pass (che in Austria si chiama 2G) per il commercio, bar e ristoranti.
Il Regno Unito, dopo aver revocato la raccomandazione di incentivare lo smartworking, il Green Pass vaccinale e l’obbligo di mascherine ovunque, valuta la revoca dell’obbligo vaccinale per addetti sanitari e assistenti sociali, misura considerata «non più proporzionata» alla situazione della pandemia. Lo ha detto il ministro della Sanità Sajid Javid, annunciando ai Comuni che è stato richiesto un parere degli esperti scientifici e sanitari