Il governo vuole continuare con il Superbonus e i bonus edilizia. Ma è ora necessario correggerne il meccanismo. Anche a causa delle tante frodi che hanno potuto proliferare perché, secondo il presidente del Consiglio Draghi «si è voluto costruire un sistema che prevede pochi controlli» .Le critiche alla misura non sono mancate da parte del capo dell’esecutivo e dal suo braccio destro, il ministro dell’Economia Daniele Franco: «Sui bonus edilizi si possono pensare ulteriori affinamenti, stiamo pensando di tracciare meglio le operazioni. Tutto si può fare ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto».
Una norma del decreto Rilancio nel 2020 non pone nessuna restrizione alla possibilità di cedere i bonus edilizi. In questo modo quindi è stato semplice falsificare le pratiche, o utilizzare «prestanome» per incassare i soldi attraverso Poste Italiane e altri istituti di credito. «La procedura è semplice e immediata, non è necessario fornire alcuna documentazione a supporto della richiesta. Effettuata la richiesta di cessione del credito a Poste Italiane, affinché questa vada a buon fine è necessario comunicarlo ad Agenzia delle Entrate. In caso di esito positivo, il prezzo della cessione verrà accreditato direttamente sul tuo Conto Corrente BancoPosta», si legge nel depliant di istruzioni di Poste. Quindi non è scattata alcuna verifica preventiva e l’accredito è partito per migliaia di persone.
A fine gennaio la Guardia di Finanza ha sgominato, anche grazie all’utilizzo delle intercettazioni, un’organizzazione che da Rimini a tutta Italia ha realizzato frodi per circa 300 milioni di euro falsificando i vari bonus edilizi, si legge sul Corriere della Sera. Attraverso la creazione di false società, facevano finta di realizzare lavori di edilizia. L’unica cosa che facevano, invece, era incassare i soldi sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate accedendo ai cassetti fiscali. Per poi acquistare criptovalute e lingotti d’oro e spostare i fondi a Madeira, Cipro e Malta. Un’altra inchiesta, della procura di Napoli, è partita dalla scoperta di un consorzio di 21 imprese con un solo dipendente per arrivare a registrare un raggiro da 100 milioni di euro. Ma le truffe del Superbonus sono state scoperte in tutta Italia, da nord a sud.
Il governo è quindi al lavoro coni suoi tecnici per quei «correttivi» anti-frode. Dovrebbero vedere la luce con un emendamento al decreto Milleproroghe la prossima settimana. Poste italiane e Cassa depositi e prestiti, ovvero le principali piattaforme di acquisto dei crediti, hanno già fatto sapere che, con quei correttivi, ricominceranno ad accettare la cessione dei crediti d’imposta. Le imprese edili restano dubbiose: denunciano lo stop ai lavori, dopo il varo del decreto Sostegni ter che ha imposto il limite di una sola operazione di cessione del bonus e in seguito alle tante inchieste che hanno scoperchiato la cifra di 4,4 miliardi di euro in truffe con il sequestro preventivo di 2,3 miliardi di crediti ceduti (e per 1,5 miliardi già incassati).
Il governo punta sulle norme previste con la legge di Bilancio 2022: controlli preventivi attivabili da parte dell’Agenzia delle Entrate e l’utilizzo di un bollino anti-frode, un visto di conformità e dell’asseverazione di congruità dei prezzi anche ai bonus diversi dal Superbonus 110%, visto che le truffe sono state scoperte soprattutto per il bonus facciate e l’ecobonus. Con i nuovi correttivi verrà ridata la possibilità di cedere il credito più volte, fino a un massimo di due o tre e solo a banche o intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia. Verrà poi introdotto un codice identificativo di ogni operazione di cessione affinché sia possibile risalire al primo titolare del credito e quindi alla documentazione dei lavori.
Ma nonostante i correttivi il Superbonus 110% continua a spaccare le forze di maggioranza. Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto: «Il Superbonus è uno strumento assolutamente efficace, stiamo lavorando per rinnovarlo aumentando la possibilità della cessione del credito». A questo proposito l’obiettivo secondo Salvini è evitare il blocco della cessione del credito, che in alternativa, «provocherebbe il blocco dell’intera edilizia, l’unico settore che sta davvero correndo in questo momento». Una posizione che si pone in contrasto con quanto detto dal vicesegretario federale della Lega e ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. «Chiediamoci cosa può fare lo Stato di fronte alla rivoluzione digitale e energetica o allo choc che investe l’automotive, che deve uscire dai modelli endotermici tradizionali. Invece – evidenzia Giorgetti – diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo». Quindi un ultima bastonata alla misura, che fu fortemente voluta dal Movimento Cinque Stelle: «Intanto – avverte – rischiamo che dilaghi la disoccupazione nell’industria spiazzata dall’imposizione del passaggio all’auto elettrica entro il 2035. Se ci sono decine di miliardi per ridisegnare le filiere industriali, bene. Ma in caso contrario, che stiamo facendo? Droghiamo certi settori e ne lasciamo a languire altri, quelli strategici per l’Italia».
A dire la sua sulla questione anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi. L’attacco principale è al governo Conte, «colpevole di aver scritto malissimo le leggi che hanno permesso le frodi». Sulla scia di quanto il premier Draghi aveva detto sulla legge, Renzi affonda ancora il colpo sull’operato del governo Conte. «Se vi fossero tra noi, ancora, inconsolabili nostalgici del governo Conte vorrei mostrare loro i dati sulle frodi che sono state permesse da leggi scritte malissimo come quelle del governo Conte (110 per cento ma anche bonus facciate)». Il leader Iv spiega ancora che «secondo l’Agenzia delle Entrate, aver scritto male le norme ha prodotto frodi per oltre 4 miliardi di euro. Una cifra enorme». E aggiunge: «L’onestà in politica non sta soltanto nella fedina penale pulita ma anche nella capacità di scrivere leggi giuste. Per un politico la prima forma di onestà è la competenza. Il governo Conte non è stato il governo della competenza, purtroppo: averlo mandato a casa resterà per sempre un grande merito di Italia Viva e di chi ci ha creduto, contro corrente e contro tutti».
Leggi scritte e approvate dal Governo di cui @matteorenzi e Italia Viva facevano parte. Stesso inaccettabile atteggiamento dei 5S sul Tap. Io non c’ero e se c’ero dormivo non funziona e non fa bene alla credibilità della politica. pic.twitter.com/2vEOexXKpj
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 14, 2022
Nel botta e risposta sul Superbonus di esponenti e parti politiche è intervenuto anche il leader di Azione Carlo Calenda. Il post scritto su Twitter è rivolto proprio a Renzi e alle aspre critiche pronunciate contro la legge del Superbonus. «Leggi scritte a approvate dal Governo di cui Matteo Renzi e Italia Viva facevano parte. Stesso inaccettabile atteggiamento dei 5S sul Tap. Io non c’ero e se non c’ero dormivo non funziona», ha dichiarato Calenda, «questo non fa bene alla credibilità della politica».