La Russia annuncia il ritiro delle truppe in Ucraina, l’Occidente resta diffidente. Mentre il ministero della Difesa russo fa circolare le immagini dei mezzi blindati che lasciano la Crimea, il segretario della Nato Soltenberg smentisce la comunicazione di Mosca e a Bruxelles i ministri della Difesa dei Paesi Nato si riuniscono per discutere di strategie di difesa. L’incontro tra Scholz e Putin sembrava aver segnato l’inizio di una fase di distensione in Ucraina, ma le parole del capo della Nato sembrano allontanare di nuovo la prospettiva di una soluzione diplomatica.
Da parte della Nato non ci sarebbe alcun segnale della de-escalation sul confine russo-ucraino, come invece annunciato da Mosca. Il segretario dell’alleanza atlantica Jens Stoltenberg ha anzi ribadito come la Russia stia continuando ad ammassare truppe vicino l’Ucraina: «Non vediamo alcun segno di de-escalation sul terreno – ha detto a margine del vertice con i ministri della Difesa Nato – C’è un gran numero di forze pronte ad attaccare».
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Anche il presidente ucraino Voldymyr Zelensky ha accusato Vladimir Putin di non aver fatto ancora nulla di concreto: «Non vediamo ancora alcun ritiro delle truppe russe dal confine» ha detto Zelensky in visita a una base militare nell’Ucraina occidentale. «Come ho detto più volte – ha continuato – siamo calmi rispetto a qualsiasi minaccia perché ci ricordiamo che tutto questo non è iniziato ieri, ma molti anni fa». Ad ogni modo, ha concluso, «il ritiro quando avverrà tutti lo vedranno».
Sulla reale situazione al confine russo-ucraino però si accumulano informazioni contrastanti. È di poche ore prima infatti un report dell’intelligence di Kiev, diffuso dalla Cnn, secondo cui: «Il contingente militare russo vicino al confine ucraino non è sufficiente per portare a termine con successo un’aggressione armata su larga scala contro l’ucraina». Stando al report, il numero totale di forze russe è aumentato a oltre 148mila unità, di cui 126mia soldati di terra.
Mosca ha comunicato la fine delle esercitazioni militari nella Crimea annessa, dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato i timori di un’invasione. «Le unità del distretto militare meridionale, dopo aver completato la loro partecipazione alle esercitazioni tattiche, si stanno spostando verso i loro punti di schieramento permanente», ha affermato il ministero della Difesa russo in un comunicato. Allo stesso tempo, la tv di Stato di Mosca ha trasmesso le immagini di unità militari che attraversavano un ponte che collega la penisola controllata dalla Russia alla terraferma. È positivo che Biden voglia proseguire i colloqui, ha poi fatto sapere il Cremlino in merito alle parole del presidente Usa: «Puntiamo a negoziati scritti con Mosca».
Nel frattempo gli occidentali vogliono conferme. A ribadirlo è la presidente della Commissione Ue: «Credo che la diplomazia non ha abbia detto l’ultima parola ma ora dobbiamo vedere i fatti oltre alla parole», dice Ursula von der Leyen alla plenaria di Strasburgo. «La Nato non ha ancora visto segni chiari di ritiro. Abbiamo esaminato tutte le possibili perturbazioni se la Russia sceglie di usare l’energia come leva di pressione e posso dire che per questo inverno siamo al sicuro», dice ancora von der Leyen alla plenaria di Strasburgo. «Con gli stati membri abbiamo messo a punto misure di emergenze che possiamo mettere in campo se si arriva a una crisi totale: oltre 200 navi di Gnl (gas naturale liquefatto) sono in arrivo in Europa», spiega. «Ma dobbiamo anche investire per liberarci dalla dipendenza dalla Russia per il gas».